Emissioni di VOC: norme e misure

Condividi

La salute e la sicurezza delle persone negli ambienti interni sono influenzate non solo dagli agenti biologici (batteri, virus), ma anche dalla potenziale presenza di inquinanti atmosferici. Perfino mobili, materiali da costruzione (pavimenti, soffitti, pareti…) e l’oggettistica in genere possono emettere sostanze nocive. Tali emissioni derivano principalmente dai rivestimenti applicati sulle superfici dei prodotti finiti e, di conseguenza, si deve prestare particolare attenzione alla formulazione e all’uso di tali prodotti.

Ogni essere umano ispira all’incirca 5 milioni di litri d’aria all’anno, composti principalmente, come è noto, da azoto e ossigeno. Tuttavia, è possibile stimare che circa 50000 litri di altri gas (come anidride carbonica e argon) vengano introdotti ogni anno nel nostro organismo con potenziali effetti sul metabolismo, a seconda della loro composizione. Poiché la maggior parte della vita umana viene spesa all’interno di edifici (case, uffici, scuole, ospedali e così via), si dovrebbe quindi prestare una particolare attenzione alla qualità dell’aria interna.

La formaldeide è sicuramente l’esempio più noto di una sostanza potenzialmente pericolosa che può essere rilasciata dai materiali presenti all’interno di case, uffici, scuole e altri ambienti di vita al chiuso. Metodi di prova e limiti per questa sostanza erano già stati sviluppati, consentendo al mercato di verificare la conformità delle materie prime e dei prodotti finiti. Tuttavia, la formaldeide non è l’unica sostanza volatile pericolosa che può essere rilasciata e con cui rischiamo di entrare in contatto. Queste sostanze tendono, nel tempo, ad accumularsi gradualmente nell’ambiente in cui sono collocati i prodotti finiti. E tutto questo senza contare la presenza altri composti che possono derivare dall’attività microbiologica (MVOC) o da trattamenti speciali applicati (quali, ad esempio, l’ammoniaca sulla superficie del legno). Tutte queste sostanze possono avere un impatto negativo sulla qualità dell’aria e di conseguenza sulla salute degli utenti.

La conoscenza delle emissioni di VOC dei prodotti finiti e il loro controllo sta diventando un argomento particolarmente delicato per il mercato, a causa della maggiore attenzione alla sicurezza dei prodotti finiti. Inoltre, la crescente necessità di edifici a risparmio energetico determina una notevole evoluzione dei sistemi e dei dispositivi isolanti riducendo, d’altro lato, lo scambio d’aria nelle case, negli uffici scolastici e così via, con un potenziale aumento della concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria interna.

A livello Ue, in seguito alla pubblicazione del Regolamento 305/2011 che include le emissioni interne tra i requisiti essenziali per i prodotti da costruzione, il comitato tecnico TC351 del CEN è responsabile della determinazione dei metodi di prova e dei limiti per le sostanze nocive rilasciate dai materiali da costruzione. Tre stati membri, Belgio, Francia e Germania, a seguito di questo hanno pubblicato regolamenti specifici in materia che i produttori devono conoscere e rispettare al fine di esportare liberamente le proprie soluzioni. A ciò si affianca in Europa un certo numero di sistemi nazionali e industriali di etichettatura volontaria per prodotti a bassa emissione e ciascuno ha i propri requisiti specifici per i test e la valutazione del prodotto. Una situazione complessa che si traduce in costi significativi per i produttori che esportano in diversi mercati europei e rischia di essere anche fonte di confusione per i consumatori che desiderano fare scelte chiare e obiettive. Questo documento cercherà di riassumere la complessa situazione delle emissioni di VOC da prodotti in legno e mobili nell’Ue. Il sondaggio contiene riferimenti a leggi, standard e certificazioni volontarie nazionali. Uno degli obiettivi è mostrare i diversi approcci con spiegazioni sulle definizioni e sui criteri utilizzati. Poiché i materiali di rivestimento applicati sui prodotti finiti sono la principale fonte di emissioni indoor, questa analisi contiene altresì alcuni dati derivati da esperimenti di laboratorio condotti su diversi sistemi di rivestimento con alcune indicazioni sulle loro possibili emissioni in ambienti interni. L’obiettivo finale è quello di dare al mercato e ai produttori una semplice linea guida per affrontare questo nuovo e complesso scenario.

1. Sostanze emesse dai prodotti

Come anticipato, sono molte diverse le sostanze volatili che possono essere emesse da mobili e prodotti da costruzione. La formaldeide rappresenta un caso particolare, in quanto deriva principalmente dall’idrolisi degli adesivi urea-formaldeide utilizzati per la produzione di pannelli a base di legno come pannelli di particelle, pannelli di fibre e compensati. L’idrolisi è un processo continuo causato dalla presenza di umidità e accelerato dalla temperatura. Di conseguenza, l’emissione di formaldeide è un processo senza fine poiché questa sostanza viene generata continuamente all’interno dei pannelli. Al contrario, l’emissione di altri composti organici volatili è un processo tendente a diminuire e terminare nel tempo, in quanto non sono prodotti all’interno dei materiali, ma da essi si liberano. Tali emissioni sono dovute principalmente ai rivestimenti applicati alle superfici di pareti, pavimenti, porte, mobili e così via. I solventi organici e le altre sostanze volatili presenti nella formulazione del rivestimento non evaporano completamente durante l’essiccazione e di conseguenza evaporano lentamente all’interno degli edifici in cui è collocato il prodotto finale. Oltre alla formaldeide, gli altri composti che possono essere emessi dai materiali sono normalmente classificati come:
• VOC: composti organici volatili;
• VVOC: composti organici molto volatili, normalmente solventi a basso punto di ebollizione, che vengono rilasciati rapidamente dopo l’installazione di un materiale
o di un prodotto finito;
• SVOC: composti organici semi-volatili, che possono essere particolarmente persistenti, che vengono rilasciati lentamente nel tempo. Sono tipicamente solventi ad alto punto di ebollizione, coalescenti o sostanze naturali derivate da trattamenti a base di terpeni come la trementina.

 

Articoli correlati

Come sta il manifatturiero?

Non sono certo incoraggianti i dati sul settore manifatturiero Italiano evidenziati dall’indice HCOB PMI (Purchasing Managers’ Index), un indicatore composito