Dalla Direttiva al Regolamento

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Dopo quasi vent’anni, la Direttiva Macchine cederà il posto a una nuova normativa, direttamente applicabile, novellata secondo le esigenze del mercato e del progresso tecnologico. Come cambia lo scenario per le macchine?

Dal 2006 a oggi il mondo si è trasformato: è cambiata la produzione – con l’introduzione di nuovi macchinari che rispondono alle esigenze di un comparto sempre più “pretenzioso” – e, allo stesso tempo, sono aumentati i rischi, apportati da nuove tecnologie digitali emergenti. In questo nuovo scenario, la Direttiva Macchine, nella sua versione originale di 17 anni fa, ha assunto un aspetto parzialmente obsoleto e si è reso quindi necessario un rinnovamento, che è arrivato con il nuovo Regolamento. Questo novella la normativa dei prodotti macchina di consumo e macchine industriali: attraverso le nuove regole si garantirà una maggiore sicurezza ai beni, promuovendo lo sviluppo digitale, favorendo l’innovazione e migliorando la competitività, a livello regionale e globale. Grazie all’attenzione rivolta verso un processo sicuro, aumenterà la fiducia dei cittadini, che vedranno nella prossima generazione di macchine un alleato sempre più valido.

Gli step temporali e la revisione della disciplina

La revisione della normativa nasce dalle nuove esigenze accorse negli ultimi anni, con la necessità di affrontare rischi e sfide che emergono dall’utilizzo di nuove tecnologie e macchinari, per un utilizzo e un funzionamento in linea con i principi di sicurezza.

Quando si è iniziato a parlare di modifica al corpus normativo del 2006, si ipotizzava una nuova Direttiva. la cui bozza è arrivata ad aprile 2021, dall’elaborazione di un questionario pubblicato nel 2019 e rivolto a tutti gli stati membri.

Il testo iniziale, a cura del gruppo DG GROW (Directorate for the Internal Market, Industry, Entrepreneurship & SMEs), è in primis traslato verso una nuova forma di atto (Regolamento), in considerazione di specifici fattori, tenendo conto degli obiettivi prefissatisi dalla Commissione, tra cui la semplificazione del quadro normativo e la necessità di assicurare un’attuazione uniforme in tutta la regione.

Il testo, come inizialmente formulato, ha però successivamente subìto una serie di revisioni, fino alla versione pubblicata nel giugno del 2022. Attraverso i vari step temporali e procedimentali, a metà dicembre del 2022 Commissione, Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo politico, con una prima approvazione informale, a cui fa seguito un placet del Parlamento.

L’adozione formale – di una versione finale che non dovrebbe discostarsi dall’ultima – è attesa per la primavera del 2023 (sebbene tutto taccia, nel momento in cui si scrive). Tuttavia, l’operatività del nuovo atto non sarà imminente e le imprese avranno il tempo necessario per poter attuare una riorganizzazione, gestendo al meglio le scadenze. Il Regolamento, infatti, una volta pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo. Per l’applicazione, invece, bisognerà attendere ulteriori 42 mesi: in questo lasso temporale gli stati membri potranno applicare le norme ma l’obbligatorietà arriverà dopo. Stiamo parlando di una normativa che, nella migliore delle ipotesi, risulterà cogente dall’autunno del 2026. Ma meglio tardi che mai.

 

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