Everex, produzione AM su larga scala grazie alla tecnologia HP

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Fondata nel 1989, Everex nasce come realtà di engineering per poi diventare, con la crescita nel corso del tempo, casa di produzione.

Le principali aree nelle quali l’azienda oggi opera sono la progettazione e la realizzazione di dispositivi per analisi diagnostiche in vitro e lo sviluppo, la fabbricazione e la vendita di distributori automatici per farmacie e tabaccherie.

Due le divisioni attraverso le quali Everex porta avanti le sue attività:

  • Diagnostica: produce strumenti di analisi mediche che anticipano e rispondono alle richieste di mercato nel campo delle biotecnologie;
  • Vending Machines: propone un’ampia gamma di distributori automatici proprietari, dotati delle tecnologie più all’avanguardia nel settore. La vendita del distributore è sempre accompagnata dalla progettazione del layout esterno del negozio, personalizzato sulle specifiche richieste del cliente.

L’azienda offre inoltre servizi di assistenza tecnica, in carico a reparti interni, per risolvere le eventuali problematiche post vendita su macchinari di entrambe le business line. 

Nel 2018 il suo management decide di intraprendere la strada dell’additive manufacturing (AM), puntando su un sistema HP MJF 4200. Una volta constatati i vantaggi economici derivati da questa scelta, Everex si convince nel continuare a investire nella stampa 3D, dotandosi nel 2020 di due soluzioni di ultima generazione HP MJF 5200, 4 build unit e una processing station.

Le due macchine HP MJF vengono principalmente impiegate per la produzione dei componenti dei macchinari per l’analisi diagnostica, in media parte per la costruzione dei ricambi dei macchinari già realizzati e, in minor parte, per la produzione dei componenti per distributori automatici. Quando poi vengono sviluppati nuovi componenti additive, le stampanti vengono usate per realizzare i prototipi necessari alla validazione delle scelte progettuali.

Al contrario di quanto si possa pensare, dunque, in Everex i sistemi MJF vengono usati in minima parte per la prototipazione e quasi totalmente per la produzione in serie della componentistica additiva necessaria per i macchinari.

Tradotto in numeri, la produzione AM si attesta, in media, su 270 componenti/giorno (6500 cm3/giorno).

Un esempio di particolare 3D prodotto in Everex.

Additivi per natura

Alessio Ciuffi, R&D mechanical design engineer and additive manufacturing specialist presso Everex.

Incuriositi da quest’utilizzo su larga scala della stampa 3D, abbiamo chiesto all’AM specialist di Everex, Alessio Ciuffi, di descriverci più nello specifico i motivi dietro a tali performance: “Soprattutto nella diagnostica in vitro, i sottoassiemi meccanici risultano essere complessi e formati da numerosi componenti, dovendo questi svolgere varie funzioni – spiega –. L’uso della tecnologia MJF, grazie alla capacità di realizzare qualsiasi geometria, ha consentito di ridisegnare sottoassiemi integrando le funzionalità di più componenti. Questo ha portato a una notevole riduzione del costo di produzione del sottoassieme, nonché a un abbattimento del costo di assemblaggio. Molti dei nostri componenti poi sfruttano geometrie complesse per garantire determinate funzionalità. Se nel caso della tecnologia MJF queste geometrie non rappresentano un problema, con altre tecniche più tradizionali o non sono realizzabili o comportano un’accurata, lunga e, quindi costosa, progettazione. Inoltre, con MJF è possibile applicare tecniche di ottimizzazione topologica, progettando e realizzando le geometrie che soddisfano le funzionalità richieste, rispettando i vincoli imposti e riducendo il materiale consumato. Non solo: la possibilità di produrre qualunque geometria ci rende reattivi alle richieste di revisione componenti, interne o dei clienti. Il tempo di progettazione della modifica è tipicamente minore rispetto a quello necessario per cambiare componenti ottenuti con processi sottrattivi.

La rapidità per Everex è pertanto un fattore critico. “Il tempo di produzione, dal lancio di un build al componente pronto da assemblare è, al momento, due giorni – prosegue Ciuffi. Questo conferisce all’azienda un’estrema velocità nell’attuazione di una produzione su larga scala e nella fornitura dei ricambi per le macchine già in commercio. Grazie alla prontezza e alla possibilità di realizzare più prototipi in contemporanea, è possibile iterare e giungere molto prima alla soluzione costruttiva finale, abbattendo i costi di progettazione. Ciò comporta anche una maggiore esplorazione delle alternative, la ricerca di soluzioni più adatte e, di conseguenza, una minore comparsa di problemi a lungo termine.

Le esternalità positive dell’AM nel caso di Everex arrivano a toccare anche la logistica: “La grande flessibilità di produzione ci esenta dalla necessità di fare scorte per sopperire a eventuali ritardi di approvvigionamenti o più vantaggiose economie di scala – precisa Ciuffi. Produciamo solo quello che serve, minimizzando il capitale immobilizzato in magazzino.

Al momento Everex ha un volume di produzione medio che la colloca nel punto di ottimo sfruttamento della tecnologia MJF – afferma Ciuffi -. Il volume attuale è, infatti, già abbastanza elevato per pensare di usare tecnologie tradizionali per bassi volumi, ma al tempo stesso lontano dal volume necessario per giustificare economicamente il passaggio allo stampaggio a iniezione, almeno sulla gran parte dei componenti. Il costo componente che otteniamo con la tecnologia MJF è perciò, a oggi, il minore possibile“.

Davide Vernich

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