La caduta accidentale

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L’elevato numero di decessi provocati dall’evento caduta (quasi 4100 nel 2017) non è che la punta dell’iceberg costituito da un numero esagerato di casi sui quali si deve operare per la loro riduzione attuando misure preventive, in ogni ambiente, non solo sul posto di lavoro.

Nel considerare il tema degli incidenti che possono accadere alla persona possiamo disporre di un’ampia casistica che può dare le dimensioni del fenomeno infortunistico nel suo complesso, a prescindere dalla gravità. In tal modo possiamo comprendere come in tutte le attività svolte dall’essere umano vi sia una componente di rischio che può concretizzarsi in un danno più o meno grave. Seguendo l’approccio globale alla sicurezza, possiamo considerare anche il più semplice fenomeno incidentale, non basandosi sui dati effettivamente denunciati come infortuni sul lavoro, ma su quelli realmente accaduti in un più ampio universo statistico.

Nei circa 4,5 milioni di incidenti domestici l’anno ritroviamo come prima tipologia nettamente maggioritaria la caduta, seguono le ferite da taglio o punta in circa un caso su 5. Terza causa: gli urti o schiacciamenti con circa il 13 % (dati 2017). Queste tre categorie di semplici eventi incidentali possono interessare non solo le abitazioni verificandosi trasversalmente in tutti i settori di attività, tra cui quello di nostro particolare interesse.

Il fattore soggettivo

Nel considerare l’evento caduta non dobbiamo dimenticare il fattore soggettivo che incide pesantemente sul danno patito dalla persona, ad esempio una banale caduta da una sedia per un giovane avrà conseguenze più gravi al crescere dell’età del soggetto infortunato. Per gli ultrasessantacinquenni le cadute incidono per oltre i tre quarti sugli incidenti totali e per oltre i due terzi come causa di morte. Si desume che l’innalzamento dell’età pensionabile porta a un aggravio dei rischi anche per incidenti di questo tipo. Altro esempio può essere quello dei lavoratori in categorie protette che, in ragione di determinate patologie, possono correre rischi di subire un danno maggiore a parità di condizioni.

Nella caduta I danni fisici più frequenti coinvolgono gli arti inferiori con distorsioni alle caviglie, traumi alle ginocchia, fino alla frattura di ossa lunghe. Anche gli arti superiori possono subire danni come: traumi ai gomiti, lesioni o fratture al gomito, al polso, alla mano o allo scafoide. Spesso possono manifestarsi delle lussazioni alla spalla derivanti dall’uso del corrimano e dalle particolari modalità di caduta. Ulteriori danni possono derivare dalla tipologia e forma dei materiali che sono trasportati dall’infortunato o da materiali giacenti nell’area della caduta. In tal caso all’evento caduta si abbina con quella che abbiamo visto essere la seconda causa per incidenza, ovvero le ferite da punta o da taglio. Tornando alle cadute possiamo distinguere in primis cadute a livello o cadute dall’alto. Ci sono poi cadute causate da urti, Inciampi o scivolamento.

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