TPM, una metodologia sempre attuale

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Questo articolo descrive la versione più attuale della nota metodologia Total Productive Maintenance (TPM), così come viene proposta dal JIPM, Istituto Giapponese della Manutenzione Industriale e detentore del marchio. Vediamo caratteristiche e strumenti principali.

Come descritto nell’articolo precedente, rispetto alla TPM delle origini proposta da Seiichi Nakajima, l’attuale evoluzione non cambia in modo significativo, ma integra le logiche e gli strumenti lean indicati nel modello produttivo Toyota (TPS): si tratta di un processo di fusione inevitabile, dovuto a logiche ed approcci metodologici comuni.

I concetti base della TPM sono sintetizzati nelle seguenti cinque parole chiave che rappresentano i principi fondamentali relativi alla definizione della metodologia vista nell’articolo precedente.

Nutrire le persone

L’obiettivo della TPM è rinnovare le strutture aziendali, migliorando sia le persone che le attrezzature produttive. L’elemento più significativo e innovativo della TPM resta il focus sullo sviluppo e potenziamento del capitale umano: la metodologia mira a “nutrire” gli operatori, i manutentori e i tecnici di produzione, in modo che possano sviluppare le seguenti competenze:
• operatori: capacità di manutenzione per proteggere le proprie macchine in autonomia;
• personale di manutenzione: competenze per la manutenzione di apparecchiature meccatroniche, come le macchine a controllo numerico, i robot industriali o i sistemi di movimentazione non presidiati;
• tecnici di produzione: capacità di progettare nuovi macchinari e attrezzature, con un alto livello di affidabilità e manutenibilità.

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