Uno studio dell’Università di Edimburgo dimostra che l’inalazione attentamente controllata di un tipo specifico di grafene – il materiale più sottile, resistente e flessibile al mondo – non ha effetti avversi a breve termine sulle funzioni polmonari o cardiovascolari.
Il grafene è un nanomateriale rivoluzionario che potrebbe avere ulteriori sviluppi senza rischi per la salute umana. I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno pubblicato il primo studio clinico sull’esposizione controllata delle persone a una forma del materiale compatibile con l’acqua: l’ossido di grafene, sottile e ultra puro. Lo scopo era stabilire se un’esposizione prolungata al materiale, che è migliaia di volte più sottile di un capello umano, avrebbe potuto comportare dei rischi per la salute.
Le possibili applicazioni del grafene, definito il materiale delle meraviglie, includono elettronica, schermi di telefoni, abbigliamento, vernici e purificazione dell’acqua, ma anche terapie mirate contro il cancro e altre condizioni di salute, sotto forma di dispositivi e sensori impiantabili.
I test sull’uomo
Lo studio si è svolto in condizioni di esposizione e monitoraggio clinico attentamente controllate. I ricercatori hanno reclutato 14 volontari che hanno respirato il materiale attraverso una maschera facciale per due ore, mentre pedalavano in una camera di esposizione mobile appositamente progettata dall’Istituto nazionale di sanità pubblica nei Paesi Bassi. Gli scienziati hanno misurato gli effetti sulla funzione polmonare, sulla pressione sanguigna, sulla coagulazione del sangue e sull’infiammazione nel sangue, prima dell’esposizione e ad intervalli di due ore. Alcune settimane dopo, i volontari sono tornati in clinica per ripetute esposizioni controllate a diverse dimensioni di ossido di grafene o ad aria pulita per un confronto. I test non hanno evidenziato effetti avversi sulla funzionalità polmonare, sulla pressione sanguigna o sulla maggior parte degli altri parametri biologici esaminati. I ricercatori hanno notato solo che l’inalazione del materiale potrebbe influenzare il modo in cui il sangue si coagula, ma l’effetto è lieve.
Mark Miller, ricercatore del Centro per le scienze cardiovascolari dell’Università di Edimburgo, dichiara: “I nanomateriali come il grafene sono molto promettenti ma, prima di usarli in modo più ampio, dobbiamo garantire che siano sicuri. Verificare il livello di sicurezza di questo materiale nei volontari umani è un grande passo avanti per comprendere come il grafene potrebbe influenzare il corpo. Con un’attenta progettazione possiamo sfruttare la nanotecnologia in tutta sicurezza“.