I crediti d’imposta nella ZES unica Mezzogiorno

Marianna Capasso

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Partono nuove e interessanti misure agevolative destinate a grandi e piccole-medie imprese, per gli investimenti effettuati nelle otto regioni della ZES unica, operativa dal 1 gennaio 2024. E alla luce di questa uniformità agevolativa, come cambierà l’assetto degli investimenti in Italia e, più precisamente, nel Mezzogiorno. Il Decreto Sud, ufficialmente Decreto-legge 124/2023 (pubblicato a settembre 2023 ma convertito in Legge il successivo 16 novembre) ha istituito la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, una area unica che comprende otto regioni del Centro-Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna). Ma facciamo un passo indietro: nel 2017, con il Decreto nr. 31, anche in Italia venivano istituite le ZES, Zone Economiche Speciali, aree statali delimitate, collocate in regioni che la normativa europea definisce “meno sviluppate” e “in transizione”. Queste dovevano includere, al loro interno, anche una zona portuale ricompresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T); per le aziende ivi residenti erano previsti benefici funzionali agli investimenti o allo sviluppo di specifiche attività. Dopo la positiva risposta delle singole regioni si è deciso di procedere con un progetto più coinvolgente che raggruppasse l’intero Sud Italia. Alla luce di questa uniformità agevolativa, come cambierà l’assetto degli investimenti in Italia e, più precisamente, nel Mezzogiorno?
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Un progetto strutturato, dalle grandi aspettative

L’istituzione della ZES unica ha una doppia valenza. In primis subentra al Bonus Mezzogiorno, una agevolazione introdotta dalla Legge di Stabilità per il 2016 e conclusasi a fine 2023, a favore delle imprese produttive locali, attraverso la concessione di un credito d’imposta per gli investimenti in macchinari, strumenti e impianti. La Zona unica, poi, sostituisce la frammentarietà delle singole ZES locali, includendo tutto il territorio sotto il medesimo regime. In questo modo le imprese potranno usufruire di un credito d’imposta migliorativo, con aliquote più alte. La semplificazione operativa e fiscale favorirà poi la velocizzazione delle operazioni contabili, offrendo all’intera area uno stimolo per la crescita e maggiori elementi di competitività. Le aspettative sono tante, anche in considerazione dello studio presentato da TEHA (The European House – Ambrosetti) uno dei più rinomati Think Tank a livello internazionale. Le ZES hanno rappresentato, in passato, un prezioso strumento di attrattività per gli investimenti nel Sud Italia. Secondo The European House – Ambrosetti, nel 2021 le ZES di Calabria e Campania hanno mostrato ottime performance economiche e, qualora tutte le Zone raggiungessero i medesimi risultati – anche alla luce dell’area unica in fieri – si potrebbero attivare 83 miliardi di euro, come effetto complessivo economico. Al momento è logicamente presto per avere un’effettiva risposta ma i presupposti sembrano buoni. C’è un’importante macchina organizzativa dietro la ZES unica, e un forte interesse statale. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata istituita la Cabina di regia per l’organizzazione della Zona unica, esecutiva almeno fino al 31 dicembre 2026, per coordinare l’operatività della ZES con gli obiettivi del PNRR.
Sportello Unico Digitale ZES - S.U.D. ZES
Le imprese collocate nella ZES Mezzogiorno potranno utilizzare lo Sportello Unico Digitale – S.U.D. ZES, attivo dal 1 marzo 2024, presso il quale confluiranno tutti i portali già attivati in passato nelle regioni meridionali. Tramite il S.U.D. l’impresa potrà gestire i procedimenti amministrativi relativi alle attività economiche, nonché quelli per la realizzazione, ampliamento, cessazione, riattivazione, localizzazione e rilocalizzazione di impianti produttivi. Di seguito all’esito positivo dell’istruttoria tecnico-amministrativa, l’impresa riceverà il placet per operare. Il procedimento autorizzativo è particolarmente complesso ma dovrebbe concludersi entro due mesi dall’iniziale istanza, per cui è necessario procedere velocemente, qualora interessati. Nelle more dell’attivazione, le domande di autorizzazione potranno essere ancora indirizzate verso lo Sportello Unico per le Attività Produttive (S.U.A.P.), territorialmente competente.
C’è poi la Struttura di missione, rinnovabile fino al 31 dicembre 2034: coordina la segreteria tecnica e supporta l’attuazione delle attività previste nel Piano strategico, di iniziale durata triennale. Uno dei compiti più delicati della Struttura riguarda il monitoraggio dei tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. Per la comunicazione e la pubblicità è stato istituito un portale web, in doppia lingua (italiana e inglese) per attrarre l’interesse anche delle imprese estere; sulla apposita pagina saranno riportate le informazioni generali ma anche i benefici riconosciuti alle imprese operative nell’area unica

Beneficiari e aliquote

Tutte le imprese, includendo anche quelle che spesso non sono ammesse ai bandi pubblici (comparto produttivo agricolo, ittico, e quelle operanti nella trasformazione affine), possono richiedere i benefici della ZES unica Sud. Ci sono comunque limitazioni per alcune categorie, secondo le normative europee sugli aiuti di Stato, ma in linea di massima non sono previsti grandi sbarramenti. Sono sempre escluse le realtà operanti nel settore energetico, nell’industria siderurgica, carbonifera e della lignite, nei trasporti, nel settore creditizio, finanziario e assicurativo. Non potranno beneficiare della misura agevolativa le imprese che presentino condizioni ostative (condanne per specifici reati) o status societari ed economici borderline (liquidazione, scioglimento, difficoltà finanziaria). C’è poi il fattore “residenza”. Possono operare nella ZES unica le realtà aziendali del Mezzogiorno così come tutte le altre italiane ed estere che, solo in un secondo momento, si stabiliscono in una delle otto regioni. Dovranno però restare nell’area Sud per i cinque successivi anni dalla conclusione dell’investimento, senza spostare gli impianti e gli affari. In caso contrario, il beneficio verrà revocato e il quantum ricevuto andrà restituito. L’agevolazione offerta dalla ZES Mezzogiorno assume la forma di credito d’imposta, calcolato sulla quota complessiva delle spese effettuate e ammissibili.
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L’istituzione della ZES unica ha una doppia valenza: subentra al Bonus Mezzogiorno (agevolazione introdotta dalla Legge di Stabilità per il 2016 e conclusasi a fine 2023) e sostituisce la frammentarietà delle singole ZES locali, includendo tutto il territorio sotto il medesimo regime.
Queste dovranno rientrare tra le voci di costo per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature varie, all’interno di progetti destinati a strutture produttive già esistenti o nuove realtà. Sono ammesse anche le spese per leasing finanziario, acquisizione/realizzazione/ampliamento di immobili e terreni considerati “strumentali” agli investimenti. L’aliquota è stabilita nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027. Pertanto, varia in base alla regione e alla dimensione aziendale. In Campania, Puglia, Calabria e Sicilia il credito d’imposta per le piccole imprese è pari al 60% delle spese ammissibili, e scende a 50 e a 40 per medie e grandi. Le percentuali in Basilicata, Sardegna e Molise sono rispettivamente 50, 40 e 30 %, a seconda della dimensione (piccole, medie e grandi). In Abruzzo, invece, le percentuali risultano inferiori rispetto alle altre sette regioni: il credito d’imposta è pari al 35% per le piccole, 25 e 15 per medie e grandi.

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