ZES e ZLS rilanciano il commercio con l’estero

Claudia Jennifer Bargioni

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zes e zls

ZES e ZLS sono due strumenti innovativi, in grado di facilitare i rapporti commerciali con l’estero, richiamare investimenti diretti da parte di imprese straniere, sviluppando il commercio internazionale delle imprese locali, ma favoriscono anche il fenomeno del cosiddetto reshoring.

Le Zone Economiche Speciali (ZES) vengono istituite in aree non particolarmente sviluppate di un Paese, dal punto di vista imprenditoriale, all’interno delle quali vengono concessi incentivi, agevolazioni e semplificazioni amministrative.

Alcuni dei vantaggi competitivi di cui dispongono le ZES sono infrastrutture sviluppate e incentivi di natura fiscale e legale. Ecco perché gli investitori le scelgono come luoghi in cui investire il proprio capitale: essi, infatti, offrono un ambiente imprenditoriale più vantaggioso rispetto all’economia aperta.

Le ZES, quindi, portano non solo investimenti diretti esteri (IDE), ma favoriscono l’occupazione locale e la crescita economica.

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Mentre le ZES possono essere istituite solo nelle zone meno sviluppate e in transizione, le Zone Logistiche Semplificate (ZLS), corrispondono ad aree più sviluppate esattamente come indica la normativa europea.

La legge n. 205/2017 e s.m.i. e poi la legge 160/2019 prescrivono che, per l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali, tutte le imprese già presenti o che abbiano intenzione di insediarsi nelle ZLS possono godere delle procedure semplificate e dei regimi procedimentali speciali per le Zone Economiche Speciali e in alcuni casi, come sancito dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, anche di misure di agevolazione fiscale previste per le ZES.

Le economie emergenti beneficiano delle ZES

Parlando di numeri, attualmente, distribuite su oltre 100 Paesi, sono stimate circa 5.400 ZES e altre 500 circa sono in fase di pianificazione. Di queste, più di 4.200 sono situate nelle economie emergenti: la sola Cina ne conta oltre 2.500, quasi la metà del valore mondiale e indicativamente 75% delle ZES si trova in Asia.

Il funzionamento di una determinata ZES non può essere verificato in tempi brevi: è il frutto di un ciclo di vita in un determinato periodo storico.

Secondo alcuni studi, sono necessari tra i 5 e i 10 anni di incubazione prima di assistere a rilevanti spillover benèfici tra ZES ed economia circostante.

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Le fasi più rilevanti di questo ciclo di vita potrebbero essere le seguenti:

  • la fondazione in cui il sistema produttivo di una ZES non necessita solitamente di personale qualificato e punta sull’alta intensità di lavoro, gli stipendi sono bassi, le condizioni di lavoro e i livelli di sviluppo umano non sono ottimali;
  • l’evoluzione della ZES si traduce in potenziamento di tecnologie e processi di produzione che diventano sempre più avanzati e richiedono personale maggiormente qualificato con un conseguente aumento dei salari e il miglioramento delle condizioni di lavoro;
  • la fase in cui nella ZES si arriva a un processo produttivo ad alta tecnologia e con personale notevolmente qualificato, con condizioni di vita sempre più soddisfacenti.

Però il successo di una ZES non è garantito e dipende molto dal contesto economico nel quale sia dislocata.

Dalla Cina la ZES più significativa

Uno dei principali esempi di ZES è quello di Shenzen in Cina, costituita a partire dalla politica della “porta aperta” del 1978. Nel 1980 Shenzen era un villaggio di pescatori posto nella costa meridionale del paese.

Solo 20 anni dopo appariva già come una città in piena espansione, in grado di attrarre milioni di abitanti e capitali internazionali. Oggi presenta una popolazione pari a circa 12 milioni di abitanti.

Il caso di Shenzhen mostra come si sia evoluta nel tempo la tecnologia della produzione e si sia resa necessaria la qualifica dei lavoratori. I settori che si sono sviluppati con questa politica sono l’IT, l’immobiliare, il leasing e la ricerca scientifica, ma la ZES continua la propria espansione ancora oggi con uno sviluppo delle tecnologie hi-tech.

Anche Dubai rappresenta un caso interessante: il Dubai International Financial Centre (DIFC) è una zona franca finanziaria con una giurisdizione indipendente su diverse questioni di interesse economico.

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In Europa vi sono esempi che sicuramente vale la pena di citare e che hanno raggiunto l’obiettivo di crescita dei posti di lavoro: la ZES di Shannon in Irlanda, istituita nel 1959, che gode di un regime doganale speciale e una serie di vantaggi fiscali; le ZES della Polonia, che possono avvalersi di vantaggi fiscali e di adeguate infrastrutture.

ZES e ZLS in Italia per il mezzogiorno

In Italia, vi sono otto ZES, tutte nel Mezzogiorno: ZES Abruzzo; ZES Calabria; ZES Campania; ZES Ionica Interregionale Puglia-Basilicata; ZES Adriatica Interregionale Puglia-Molise; ZES Sicilia Orientale; ZES Sicilia Occidentale e ZES Sardegna.

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La loro istituzione ha come scopo lo sviluppo del territorio e la valorizzazione logistica del Sud del Paese dislocato al centro del Mar Mediterraneo.

Inizialmente, i benefici previsti per le ZES erano procedure semplificate e regimi procedimentali speciali, accesso alle infrastrutture esistenti e possibilità di sviluppare nuove infrastrutture, possibilità di istituire zone franche doganali, credito d’imposta nel limite massimo di 50 milioni di euro per ciascun progetto di investimento.

Sempre in Italia invece le ZLS, istituite solo nel 2022, (l’unica operativa è il Porto di Venezia-Rodigino), non hanno ancora subìto un’importante evoluzione, ma ci si aspetta un potenziale sviluppo futuro, proprio sulla base dei maggiori vantaggi e delle maggiori semplificazioni rispetto alle ZES.

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L’obiettivo delle ZLS è di favorire nuovi investimenti nelle aree portuali delle regioni italiane economicamente più avanzate.

In Italia è stato avviato un interessante programma frutto della collaborazione tra Promos Italia, The European House Ambrosetti e l’Istituto Tagliacarne per analizzare potenzialità e impatti territoriali delle ZES e delle ZLS.

Gli obiettivi dichiarati del progetto sono:

  • verificare l’impatto delle Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) quali strumenti di attrattività per il territorio sulle quali sono istituite;
  • calcolare il potenziale di attrattività di alcune aree geografiche per qualificarle come potenziali candidate all’attivazione di ZES o di ZLS;
  • calcolare l’impatto economico diretto e indiretto, e occupazionale derivante dall’avvio di ZES o ZLS;
  • definire le linee guida per una efficace strategia di “messa a terra” delle ZES o ZLS.

L’esempio virtuoso della ZES Adriatica

Manlio Guadagnuolo, ingegnere, manager nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, con esperienza pluriennale in ambito marittimo-portuale, aeroportuale, ferroviario, terrestre, intermodale e nel settore dello sviluppo socioeconomico territoriale, è il Commissario straordinario del Governo per la ZES Adriatica.

A lui abbiamo chiesto di illustrarci nel dettaglio quali siano le opportunità di natura amministrativa e fiscale che una ZES offre all’imprenditoria che intende investire.

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Manlio Guadagnuolo, Commissario straordinario del Governo della Zona Economica Speciale (ZES) Adriatica interregionale Puglia–Molise, con Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2022.
L’industria manifatturiera pugliese e più in generale del Sud sta occupando sempre più posizioni di leadership. Un’occasione importante anche per la ZES Adriatica?

«Si tratta di un settore strategico per lo sviluppo della ZES Adriatica, per il quale abbiamo già raggiunto importanti risultati in termini di Autorizzazioni Uniche rilasciate in poco più di un anno dall’attivazione del nostro Sportello Unico Digitale, al quale le piccole, medie e grandi imprese hanno presentato le istanze per poter dar vita ai propri investimenti.»

Ci parli di numeri

«Su 166 istanze ad oggi presentate nell’ambito del nostro territorio ZES, circa la metà riguarda il settore manifatturiero. Abbiamo messo in moto investimenti per oltre 1,4 miliardi di euro, con una prevista ricaduta occupazionale di circa 3.500 nuovi posti di lavoro.»

Si tratta solo di industria nazionale?

«La ZES, per sua natura e per le grandi opportunità che offre a tutte le imprese, quali tempi certi e celeri per il rilascio delle Autorizzazioni Uniche e agevolazioni fiscali, attira investimenti oltre che dall’Italia anche dall’estero.

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Tra i tanti, posso citare, per il settore manifatturiero, il caso della multinazionale americana ITT che, a seguito dell’Autorizzazione Unica da me rilasciata in tempi brevissimi, sta già realizzando l’investimento programmato di 70 milioni di euro nell’area industriale di Termoli.»

Commissario, come spesso lei dice, con la ZES avete dato vita alla burocrazia amica delle imprese?

«Esatto, lo abbiamo dimostrato con i fatti, in quanto per le Autorizzazioni Uniche abbiamo rispettato il tempo massimo di 45 giorni previsto dalla legge. Una di esse l’abbiamo rilasciata nel tempo record di appena 6 giorni.»

Per quanto riguarda il tema della sostenibilità, la ZES Adriatica si è particolarmente distinta su questo argomento quale modello di riferimento in ambito internazionale. Cosa ci può dire?
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«Lo scorso 18 ottobre 2023, in occasione del World Investment Forum svoltosi ad Abu Dhabi, promosso dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), la ZES Adriatica ha ricevuto la nomination, dall’Alleanza Globale delle oltre 7.000 ZES e Zone Franche di più di 140 Paesi (GASEZ), quale una delle 50 zone economiche speciali al mondo, modello di best practice in tema di sostenibilità nel perseguimento degli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.»

«Ci siamo particolarmente distinti per le numerose iniziative svolte in ambito ESG (Environment, Social & Governance), mirate alla diffusione dei principi e all’implementazione dei criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di buona gestione aziendale, da parte delle imprese che si insediano in area ZES, migliorandone il profilo di sostenibilità e valorizzandolo anche attraverso l’accrescimento del rating d’impresa. In particolare, abbiamo promosso l’iniziativa “Road2ESG”, alla quale hanno partecipato moltissime imprese e professionisti, al fine di diffondere i principi ESG e implementare nelle aziende i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di buona gestione aziendale.»

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Cosa farete per mettere ulteriormente a frutto questo importante riconoscimento?

«A margine della cerimonia nella quale sono state annunciate le 50 zone modello, il Direttore degli investimenti e delle imprese di UNCTAD, ha dichiarato che tali ZES – che si sono distinte per il forte impegno e i solidi risultati conseguiti in materia di sviluppo sostenibile – potranno fungere da ambasciatori per la promozione degli SDG nel mondo, auspicando di collaborare sin da subito con le stesse per la diffusione di modelli di business sostenibili e delle migliori pratiche operative nell’ambito dell’Alleanza Globale GASEZ.»

Oltre ai vantaggi ZES, un’altra grande opportunità per le imprese manifatturiere è quella delle Zone Franche Doganali. Ne avete istituito diverse all’interno della ZES Adriatica?
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«A proposito di ZES e Zone Franche, il nostro Paese offre un’ulteriore importante opportunità che noi della ZES Adriatica abbiamo colto appieno: sempre nello scorso mese di ottobre ’23 abbiamo deliberato le proposte di perimetrazione di sette ZFD, che sono al vaglio finale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In esse, per gli investitori, ai notevoli vantaggi di cui già potranno godere in quanto in area ZES, si aggiungeranno ulteriori importanti benefici delle Zone Franche Doganali, ossia la possibilità di importare e lavorare le merci in sospensione di dazi doganali e IVA, con vantaggi competitivi notevolissimi.»

Le ZES e le Zone Franche di tutto il mondo, oltre 7.000, si riuniranno in Italia, a Bari, dal 19 al 21 giugno 2024, a margine del G7 previsto nello stesso mese in Puglia. Si tratta di un appuntamento strategico?

«Siamo in fase organizzativa del summit mondiale AICE 2024 della World Free Zones Organization, aggiudicato alla ZES Adriatica nello scorso mese di maggio a Dubai.

Tale evento più importante al mondo vedrà la partecipazione delle ZES e Zone Franche di più di 140 Paesi e rappresenterà un’occasione d’oro per attrarre tutti gli stakeholders e, soprattutto, grandi player internazionali interessati a investire nella futura ZES Unica del Meridione d’Italia. Stiamo anche definendo i vari temi da trattare nell’ambito dell’evento, certamente di interesse anche delle imprese manifatturiere.»

Cosa pensa della prospettiva della ZES Unica, che dal 1° gennaio 2024 copre l’intero Mezzogiorno d’Italia?

«Ho molto apprezzato l’allargamento del territorio ZES all’intero Meridione d’Italia, perché andrebbe ad armonizzare le aree e a massimizzare gli investimenti, determinando importanti ricadute sul piano economico, sociale e occupazionale.

Con la nostra “burocrazia amica delle imprese”, si potrà creare un effetto acceleratore e moltiplicatore straordinario, che gioverà non solo al Mezzogiorno ma all’intero nostro Paese.»

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