Dalla sicurezza al risparmio energetico, dall’export al rafforzamento delle filiere, le imprese potranno utilizzare gli strumenti agevolativi offerti a livello nazionale e regionale per accrescere la competitività e realizzare l’innovazione.
Dopo lo stallo di fine 2023, tra gennaio e febbraio sono partiti diversi bandi per le imprese del manufacturing, sia a livello nazionale che regionale, in diversi ambiti operativi. In realtà, più che di novità potremmo parlare di vecchie conoscenze: alcune misure agevolative erano infatti state già proposte negli anni passati e, in questo 2024, si aprono nuovamente gli sportelli. Ci riferiamo al Bonus Export Digitale Plus – con il latinismo che indica la versione successiva del bando partito nel 2022 – e al Bando ISI dell’Inail, reiterato annualmente per la prevenzione sui luoghi di lavoro. Già nota anche la Linea Investimenti di Regione Lombardia, con il bando Investimenti Green e Sviluppo Aziendale, ripartito agli inizi di febbraio, alla luce delle modifiche introdotte con il regolamento de minimis. Probabilmente l’unica novità riguarda il bando Rafforzamento delle filiere produttive e degli ecosistemi industriali, interessante per il comparto della plastica perché potrebbe coinvolgere più imprese, ipotizzando un programma di filiera. Analizziamo, allora, ognuna delle suddette agevolazioni.
Il Bonus Export Digitale Plus
Approcciare i mercati internazionali, si sa, ha un costo che spesso le imprese, soprattutto piccole, non possono sostenere a cuor leggero: la vendita all’estero del made in Italy è indubbiamente centrale per l’azienda e per il Sistema Italia, ma comporta una serie di spese che risultano accessibili a tutti solo con il sostegno statale. A questo proposito, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il supporto dell’Agenzia ICE e la gestione di Invitalia, promuove l’incentivo Bonus Export Digitale Plus, facendo seguito a ulteriori bandi aperti in passato, sul medesimo tema. Sarà possibile presentare domanda online, sul portale del soggetto gestore: entro il 12 aprile 2024 andrà “prenotato” l’incentivo, mentre per formalizzare la richiesta di erogazione del contributo – a fronte della documentazione di spesa – c’è tempo fino alle ore 17 del 30 settembre 2024.
La misura è destinata a micro e piccole imprese manifatturiere (mPI) con sede in Italia, anche aggregate in reti o consorzi; sono ammesse anche le compagini che hanno beneficiato della passata edizione del bonus, a condizione però che l’iter agevolativo risulti concluso e rendicontato. Alle selezionate verrà concesso un contributo (in regime de minimis) pari a 10 mila euro per spese non inferiori a 12.500 euro, mentre la cifra sale a 22.500 euro qualora la richiesta provenga da reti e consorzi (con un minimo di cinque mPI), per spese non inferiori a 25 mila euro. In entrambi i casi, i costi ammissibili vanno calcolati al netto dell’IVA. L’erogazione avverrà una tantum dopo la rendicontazione, a patto che le spese siano ammissibili e sostenute presso società fornitrici iscritte nell’apposito albo indicato dal bando. Il contributo sarà concesso ai soggetti che dimostreranno acquisti connessi all’esportazione: tra quelli ammissibili rientrano i costi per le consulenze finalizzate all’adozione di soluzioni digitali, comprendendo anche la progettazione e la personalizzazione di processi e soluzioni architetturali informatiche per l’internazionalizzazione. Sono poi agevolate le spese per realizzare sistemi di ecommerce verso l’estero, siti e/o app mobile, sistemi di ecommerce che prevedano l’automatizzazione delle operazioni di trasferimento o sistemi di smart payment. L’incentivo, inoltre, copre i costi per realizzare servizi accessori all’ecommerce, tra cui la predisposizione di portfolio prodotti, traduzioni, shooting fotografici, video making, web design e content strategy. Allo stesso modo verranno supportate le voci d’acquisto per le strategie di comunicazione e promozione per il canale dell’export digitale, per il digital marketing e i vari abbonamenti a piattaforme SaaS (Software as a Service). Dunque, si tratta di spese estremamente tecniche per il progetto export: sono infatti escluse quelle generiche, gli acquisti vari, le spese fiscali e legali, ovvero di ordinaria amministrazione.