Manifatturiero: segnali incoraggianti nonostante l’incertezza, grazie anche alla meccanica

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Manifatturiero: segnali incoraggianti nonostante l’incertezza, grazie anche alla meccanica

Intesa Sanpaolo ha presentato ieri insieme a Prometeia il Rapporto Analisi dei Settori Industriali con un particolare focus sugli impatti del protezionismo sull’industria italiana.

Manifatturiero: segnali incoraggianti nonostante l’incertezza

Incertezza è la parola che meglio descrive l’attuale contesto economico globale. Tuttavia, per il presente e il prossimo futuro non manca qualche segnale incoraggiante. È quanto emerso dal 107° Rapporto Analisi dei Settori Industriali di Intesa Sanpaolo-Prometeia, presentato ieri a Milano nel corso del convegno “Protezionismo e sfide globali: quali impatti per l’industria italiana?”.

Secondo la ricerca, nel 2025 l’industria manifatturiera italiana dovrebbe stabilizzarsi sui livelli di fatturato 2024 a prezzi costanti. A prezzi correnti, registrerà una crescita dell’1,8%, con un giro d’affari complessivo pari a 1.143 miliardi di euro, 229 miliardi in più rispetto al 2019.

Fondamentale l’estero, in particolare la domanda europea

La riattivazione del commercio intra-UE sarà un fattore chiave per controbilanciare la situazione di generale debolezza degli scambi mondiali. Il recupero della domanda europea sarà guidato dal raffreddamento dell’inflazione e dalla ripresa della Germania, un mercato rilevante per i settori manifatturieri italiani.

Per quanto concerne gli USA, ci si attende un accordo su politiche tariffarie meno penalizzanti rispetto agli annunci di aprile: la Meccanica, in particolare, dovrebbe avere un’evoluzione positiva per quanto riguarda le esportazioni nel 2025. Durante il convegno, Ilaria Sangalli (Senior Economist, Intesa Sanpaolo Research Department) ha delineato il posizionamento competitivo dell’industria italiana negli Stati Uniti. Considerando le quote di mercato sull’import USA per settore, nel 2023 la Meccanica è risultata quarta per peso. Inoltre, il fatturato degli IDE (Investimenti Diretti Esteri) italiani negli Stati Uniti si concentra nella Meccanica (35% del fatturato manifatturiero).

Alcuni dati presentati al convegno; considerando le quote di mercato sull’import USA per settore (figura 4), nel 2023 la Meccanica è risultata quarta per peso

Il mercato interno

Anche il mercato interno darà un contributo alla crescita, sia dal lato dei consumi che degli investimenti. «Sul fronte consumi – ha spiegato Stefania Trenti, Responsabile Industry and Local Economies Research, Intesa Sanpaolo – saranno però soprattutto gli acquisti di servizi a beneficiare degli effetti positivi derivanti dalla discesa dell’inflazione e dei tassi, oltre che dai rinnovi contrattuali sul mercato del lavoro. Il recupero del potere d’acquisto delle famiglie sarà comunque parziale, dati i livelli dei prezzi che si manterranno superiori al pre-crisi e alla necessità di ricostituire i risparmi erosi durante la fase più acuta della spirale inflattiva».

Sul fronte investimenti, la riduzione dei tassi e le buone condizioni reddituali delle imprese, unite alla presenza di incentivi, favoriranno una ripartenza della componente beni strumentali, dopo la caduta del 2024. Un sostegno sarà offerto anche dal proseguimento della doppia transizione (digitalizzazione e sostenibilità) e dal PNRR.

Le prospettive per il quadriennio 2026-29

Il manifatturiero italiano è atteso crescere a un ritmo medio annuo dell’1% in termini di fatturato deflazionato, sintesi di un biennio 2026-27 più dinamico (+1,2% il tasso di crescita medio annuo) e di un biennio 2028-29 che riporterà la crescita sotto l’1%. A partire dal 2028, infatti, in assenza di nuovi provvedimenti a sostegno del mercato interno, il ruolo di traino tornerà a essere affidato soprattutto alle esportazioni.

La capacità dell’industria italiana di servire nicchie di mercato a elevato valore aggiunto continuerà a offrire opportunità. Secondo le stime, le esportazioni cresceranno a un tasso medio annuo dell’1,8% (a prezzi costanti) nel quadriennio 2026-29 e il saldo commerciale si assesterà sui 134 miliardi di euro al 2029 (circa 31 miliardi in più rispetto al 2019). Più della metà dell’avanzo commerciale sarà realizzato dalla Meccanica.

Infine, la competitività delle imprese si giocherà ancora su digitalizzazione e sostenibilità. «Sul fronte della digitalizzazione – ha affermato Alessandra Benedini, Associate Partner Prometeia – permane ancora un gap da colmare nei confronti dei concorrenti europei, in particolare nell’uso di tecnologie avanzate e fondamentali per crescere in termini di produttività, come i big data e l’intelligenza artificiale. Questo divario è ancora più evidente tra le piccole e medie imprese italiane, che risultano significativamente più indietro rispetto alle grandi aziende nell’adozione di soluzioni digitali complesse. Resta poi da affrontare il vincolo, ormai strutturale, di carenza di adeguate competenze per supportare la transizione».

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