«Stiamo subendo notevolissimi rincari delle materie prime: dall’acciaio, ai metalli non ferrosi, alla plastica e altri materiali chimici, con prezzi che variano di giorno in giorno, unitamente alla scarsità di offerta. Questa situazione sta creando grande incertezza e difficoltà nelle imprese manifatturiere – dichiara il vicepresidente di ANIMA Confindustria, Pietro Almici –. Come associazione di rappresentanza della meccanica non possiamo che rimarcare la grande preoccupazione per l’aumento dei prezzi iniziato già da ottobre scorso, che si è particolarmente acuito in questi primi mesi dell’anno».
Durante un webinar organizzato da ANIMA Confindustria dal titolo “Oscillazione dei prezzi delle materie prime e impatto sulle produzioni industriali” sono stati presentati i dati elaborati dall’Ufficio Studi ANIMA in collaborazione con Achille Fornasini, professore di Analisi tecnica dei mercati finanziari (Università degli Studi di Brescia), relativi alle cause della crisi e sugli possibili scenari futuri per il mercato di materie prime, petrolio, gas e polimeri. L’evento ha visto anche la partecipazione del London Metal Exchange.
Secondo le elaborazioni, il mercato sta vivendo attualmente una fase di profondo disequilibrio, data da una forte crescita della domanda e da un’offerta che non riesce a farvi fronte. Ci si aspetta nel prossimo futuro una ripresa economica generalizzata, ma il problema continuerà a rimanere il prezzo delle materie prime: il rame, per esempio, potrebbe raggiungere il massimo storico già nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il petrolio, crollato nel 2020 (-68%) e da allora risalito molto rapidamente (+203%), ci si aspetta che il suo prezzo possa assestarsi tra i 60 e i 75 dollari al barile.
Alluminio e acciaio: lo scenario
Preoccupano in particolare il mondo della meccanica i prezzi dell’alluminio e dei prodotti piani d’acciaio, che difficilmente subiranno un significativo ribasso durante tutto il 2021 – e che sono aumentati del 18% e del 40% nel solo primo trimestre dell’anno. Inoltre, come avvenuto per molte delle materie prime e dei metalli in campo industriale, il mercato cinese – e asiatico in generale – ha fatto scorte strategiche di diverse commodity già durante il 2020, forte di un’economia in ripresa dalla pandemia in anticipo rispetto all’Europa e al Nord America, generando la contrazione dell’offerta che le imprese occidentali stanno soffrendo proprio in questi mesi.