L’additive secondo HP

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L’additive manufacturing, settore con un forte trend di crescita, è oggi un tassello fondamentale per l’affermazione dell’Industria 4.0.

Presentata in Italia durante l’ultima edizione di MECSPE, l’innovativa tecnologia additiva MultiJet Fusion di HP sembra porre una nuova pietra miliare per quanto riguarda sia la prototipazione rapida che la produzione di serie.

La soluzione tecnologica di HP per il 3D printing affonda le sue radici nella lunga esperienza maturata nella stampa di immagini, con una grande attenzione alle esigenze del mercato, in particolare in termini di velocità, qualità e costo. Infatti la stampante HP 3D Multi Jet Fusion è a tutti gli effetti una «stampante da produzione» che ha uno dei suoi punti di forza nell’elevata qualità della risoluzione, che le permette di «costruire» qualsiasi oggetto, con una velocità di esecuzione molto elevata. Per la stampa vengono utilizzati due inchiostri differenti, con funzioni separate: uno funge da agente di fusione mentre l’altro è di dettaglio, quindi il primo conferisce il colore e il secondo struttura il prodotto in base alle istruzioni del file. Estremamente interessante è la possibilità di gestire materiali diversi, sfruttando le proprietà di intrinseche di ognuno di essi, quali durezza, flessibilità, resistenza e leggerezza. Se il pixel è il «quadratino», unità elementare piana, il voxel è l’unità elementare dell’informazione di volume, rappresentata in tre dimensioni. Con HP 3D Multi Jet Fusion ogni voxel può essere «caricato» da caratteristiche diverse, e quindi sono possibili manufatti composti da più colori, con caratteristiche locali differenti; come ad esempio l’elasticità che consente la deformazione e il ritorno alla forma primitiva.

Continua a leggere l’articolo all’interno dello sfogliabile, da pagina 24: http://bit.ly/2iikXGy.

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