La tecnologia si evolve. Il mercato si evolve. Anche al concetto di qualità è richiesto di adeguarsi.
La qualità è un lungo viaggio, non una destinazione; più si ottengono risultati, più occorrono miglioramenti. Questa l’interessante osservazione di Parasuraman, docente di marketing alla University of Miami – School of Business, che lascia intendere come la qualità sia un concetto in movimento, che segue l’evolversi della tecnologia e del mercato.
Oggi l’industria manifatturiera sta ampiamente beneficiando delle innovazioni tecnologiche, che offrono un’ampia scelta sia in termini di materiali che di processi produttivi, per arrivare alla realizzazione di pezzi con forme geometriche complesse e con elevati standard qualitativi. Accanto a morfologia e qualità dei manufatti ci sono le esigenze del mercato, fortemente competitivo, che spinge ad una contrazione sempre maggiore dei tempi di produzione, con una positiva ricaduta sui costi produttivi. Non solo: la flessibilità è oggi un must assolutamente da non trascurare, sia in termini di varietà che di quantità. Se nel passato la produzione era secondo lotti, oggi la forte personalizzazione sta spingendo verso modelli produttivi one of kind, che portano ad una estremizzazione della flessibilità.
L’officina moderna si trova quindi a far fronte alla produzione di componenti con taglia variabile, dal molto piccolo al molto grande, fortemente personalizzati, ma che abbiano costi di produzione contenuti, e siano a regola d’arte. Il problema che si pone è quello di controllare la qualità del manufatto, in maniera più semplice possibile, ma con rigore, in ogni situazione richiesta, anche la più complessa. Magari nel rispetto degli standard SGQ.
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