Piegatura: come sfruttare al meglio le matrici oscillanti

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matrici oscillanti

Conosciute come matrici oscillanti o “Rolla-V“, la dicitura tecnica sarebbe “matrici per piegatura tangenziale“. Si tratta di utensili per la piegatura della lamiera che racchiudono molti vantaggi (e anche qualche svantaggio). Nel nostro articolo i consigli di Emiliano Corrieri su come utilizzarle al meglio.

Matrici oscillanti: pro e contro

Le matrici per piegatura tangenziale danno una serie di vantaggi assolutamente di rilievo, tra i quali:

  • Preservano le superfici dai classici segni delle matrici a V.
  • Consentono pieghe non parallele ai contorni con una grande qualità su tutto il bordo.
  • Laddove ci sia una lamiera da piegare in modo “obliquo” non avverrà il classico ricciolo di sfogo sulla punta come nelle matrici tradizionali, ma si otterrà una superficie perfettamente piana, ottima ad essere successivamente accoppiata ad un’altra durante, ad esempio, un assemblaggio.
  • Consentono range di spessori piuttosto ampi.
  • Sopportano alti tonnellaggi.
  • Consentono la realizzazione di bordi minimi ridotti.
  • A differenza di un tempo, esistono i frazionati.

Come ogni utensile anche le “Rolla-V” presentano alcuni svantaggi ma si tratta di ostacoli che vanno presi in considerazione in maniera analitica e seria. Quindi non è corretto, né particolarmente astuto, fermarsi per partito preso davanti ad uno di essi o ad entrambi. I difetti sono principalmente quattro:

  • Il prezzo
  • Maggiore necessità di pulizia
  • Larghezza
  • Richiesta di una forza di piegatura tendenzialmente superiore rispetto alle matrici tradizionali

Come sfruttare al meglio le matrici per piegatura tangenziale?

Disegnare le “Rolla V” nel controllo numerico

Non è un’operazione complessa, anche senza particolari conoscenze la si può portare a termine; oggi i costruttori forniscono tutte le specifiche che servono. In sostanza si disegna sul controllo numerico una matrice a V tradizionale avente larghezza V (dato fornito dal costruttore), raggio r=z (altro dato del costruttore) e apertura pari al minimo valore di gradi consentito dal modello. Completando il disegno parametrico sul CN con le misure di ingombro reali e si ottiene una “falsa matrice a V” con cui lavorare con una per piegatura tangenziale in sicurezza.

Come compensare il ritorno elastico con le matrici oscillanti?

Una volta conosciuto il valore di V della matrice oscillante, i ritiri della lamiera in piegatura sarà paragonabile ad una matrice dalla larghezza di V analoga, ma… attenzione: a 88° gradi! Chi “lavora di fino” sa che un conto è piegare con una matrice con una V più profonda come 60° o meno, ben altro è piegando con una da 88° o tuttalpiù 85°. Queste ultime, infatti, generano raggi interni di piegatura più piccoli e, conseguentemente, meno ritorno elastico e hanno bisogno di sviluppi leggermente più lunghi.

Per ulteriori trucchi e consigli leggi l’articolo completo sul numero di Lamiera – settembre 2018

 

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