Una produzione efficiente rende competitivi.
Una produzione efficiente massimizza i margini operativi. Una produzione efficiente risponde ai criteri di modernità….
In ambito produttivo, all’efficienza è quindi riconosciuto un ruolo chiave, che acquista un significato ancora maggiore se la si confronta col termine antitetico: inefficienza.
Infatti, un processo produttivo inefficiente può causare considerevoli perdite di redditività e competitività nei confronti dei competitor, che si manifestano in maniera evidente attraverso gli scarti di produzione, gli elevati costi di manodopera e qualità, i ritardi nelle consegne e la scarsa tracciabilità dell’output finale, solo per citare i più clamorosi.
Il problema dell’efficienza può quindi essere considerato “alla rovescia“, cioè comprendendo quali siano le cause delle inefficienze, per eliminarle alla fonte. Il risultato?
Un processo produttivo sotto controllo, che rende più performanti le operazioni e potenzia la competitività.
Eliminare le inefficienze, per arrivare all’efficienza, attraverso il controllo di processo, è la strategia che ogni realtà industriale dovrebbe adottare, per arrivare a una produzione funzionale ed efficace, ma rendendosi conto che non si tratta di un’impostazione di lavoro, o di un cammino, applicabile una tantum, ma che c’è una sequenzialità, che può essere vista come una crescita progressiva, senza la quale i benefici potrebbero essere inferiori alle aspettative.
L’ efficienza attraverso i controlli di processo porta a:
• Più produttività con le macchine già esistenti
• Minori interventi manuali, a favore dell’automazione
• Meno rilavorazioni, rifacimenti, verifiche di tolleranza e scarti
• Tempi di lavorazione ridotti
• Più capacità produttiva e tracciabilità
• Più controllo sui costi
L’obiettivo finale:
• Maggiore competitività
• Più margini di guadagno
