Siderurgia: un 2019 di rallentamento?

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Un anno nel quale l’acciaio correrà meno rispetto al 2018. Queste le previsioni dei principali enti internazionali per ciò che concerne produzione e consumo del settore siderurgico.

Alla base, un rallentamento dell’economia mondiale. Secondo le recenti previsioni dell’OCSE, infatti, quest’anno il PIL globale crescerà del 3,3%, contro il 3,6% dell’anno precedente. In particolare, segnala l’OCSE, «i rischi di frenata sono in aumento – si legge nella relazione presentata allo Steel Committee dello scorso marzo –, a causa delle crescenti vulnerabilità in Cina e in Europa e ai mercati finanziari che potrebbero far registrare un’ulteriore contrazione». Per quanto riguarda l’Europa «il “business sentiment” peggiora e i dazi e le politiche intraprese stanno pesando sul commercio estero». Di contro, nel Vecchio continente, «i mercati finanziario e del lavoro stanno migliorando».

Ciononostante, il PIL nell’area euro dovrebbe salire dell’1% nel 2019, contro l’1,8% del 2018, con l’Italia ancora una volta fanalino di coda dell’Ue.

Siderurgia in decelerazione in Ue

«Nel 2019 e 2020 ci sarà una decelerazione della crescita della domanda di acciaio a livello globale». Lo scrive la World Steel Association nell’ultimo Global Steel Market Outlook. L’associazione dei produttori siderurgici globali sottolinea che, in un quadro contraddistinto da «incertezze», le economie sviluppate cresceranno moderatamente, seppur sempre «con tassi positivi in Ue ed USA», mentre in Cina il rallentamento del mercato sarà «ammortizzato dalle misure di stimolo messe in campo da Pechino». Nei paesi emergenti «il panorama è variegato: l’Asia si sta dimostrando resiliente, l’America Latina recupera lentamente, la Turchia è in difficoltà, il Medio Oriente sta faticando». L’interazione di questi andamenti porterà ad un consumo apparente di acciaio pari a 1.658 miliardi di tonnellate nel 2019, con un incremento del 2,1% rispetto al 2018, mentre nel 2020 il tasso di crescita della domanda si sgonfierà ulteriormente: +1,4%.

Per ciò che concerne l’Ue «l’economia ha superato il picco del ciclo economico nel 2018, ma sono in vista pressioni a causa delle tensioni sul commercio estero e della Brexit. La produzione industriale sta diminuendo, soprattutto nelle economie dipendenti dall’export. Gli investimenti ed il settore delle costruzioni saranno testimoni di un moderato calo della fiducia». Espresso in numeri, il consumo apparente quest’anno si dovrebbe attestare attorno ai 169.4 milioni di tonnellate nell’Ue, contro i 166.6 milioni di tonnellate del 2018, per un incremento dell’1,7%.

 

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