Le commesse nell’era 4.0

TOMMASI

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È l’era del 4.0, dove efficacia ed efficienza sono le parole d’ordine. La risposta viene da una corretta gestione della commessa, dalla preventivazione fino alla consegna e al post vendita.

Cosa sta accadendo alle commesse di produzione del terzo millennio? Sicuramente è richiesta un’efficienza tale da garantire la competitività su un mercato che, alla luce di quanto accaduto negli ultimi due anni, ha dimostrato una grande imprevedibilità. E proprio in nome dell’efficienza, la produzione sta sottolineando l’importanza della gestione. Una gestione a tutto tondo, che, pur mettendo al centro gli aspetti di fabbrica, ha un significato ben più ampio.

Il punto di partenza è la definizione di produzione: secondo un concetto un po’ arcaico, la produzione è associata con l’officina o, più in generale, con quell’ambiente dove viene “costruito” il manufatto. Se questo poteva essere vero sino a qualche tempo fa, oggi, in particolare con il diffondersi dei concetti legati all’Industria 4.0, il termine “produzione” sta acquisendo un significato allargato: è coinvolto tutto ciò che concorre alla realizzazione del manufatto, sia esso un singolo componente o un assemblato, riguardando quindi più comparti aziendali.

Nasce quindi la sfida (il problema, secondo alcuni): quando un concetto si allarga, diventa indispensabile realizzare una serie di collegamenti che garantiscano un lavoro sinergico, ottimizzato e di qualità, cioè efficace ed efficiente. Fortunatamente i saperi legati all’elettronica e all’informatica sono di grande aiuto: dall’officina con la macchina utensile manuale e i registri cartacei, si è passati, nel tempo, a sviluppare e inserire vari tool, in grado di coprire le necessità emergenti, isola per isola. Oggi questo non basta più e la battaglia, oltre che culturale (il “si è sempre fatto così” continua a imperare) la sfida consiste nel tenere unite tutte le discipline, riuscendo a gestire in maniera coerente tutto ciò permette di sviluppare e immettere sul mercato un prodotto, mantenendo la giusta marginalità.

La commessa nell’era 4.0

Cosa comporta gestire una commessa nel settore manifatturiero? Nella moderna concezione, la gestione parte ancora prima che venga acquisita, quando si è ancora in fase di preventivazione: infatti è proprio dal preventivo, dalla sua accurata stesura, che viene tracciato il successivo evolversi dell’intera commessa.

Purtroppo ancora oggi, per molte realtà produttive, in genere di piccole dimensioni, la gestione di una commessa viene “confusa” con la mera organizzazione del lavoro d’officina, tralasciando, per esempio, la gestione degli acquisti e degli ordini, il magazzino o il post vendita. Di certo se non si ha una corretta pianificazione e gestione del lavoro d’officina, difficilmente sarà gestita correttamente la commessa nella sua interezza, ma oggi, se l’obiettivo sono efficienza e marginalità, va considerato attentamente tutto ciò porta alla produzione e, attorno ad essa, ruota. Incluso il post vendita che, a tutti gli effetti, è un’appendice della produzione.

La moderna azienda meccanica, che voglia gestire le commesse in maniera integrata, dovrà considerare:

• Preventivazione

• Gestione attività

• Acquisti e magazzino

• Gestione della produzione

• Pianificazione

• Qualità

• Logistica

• Post vendita

Naturalmente le esigenze variano in funzione delle dimensioni dell’attività e del comparto in cui opera ma è bene richiamare ancora l’attenzione sulla preventivazione, e sulle criticità che può portare se non adeguatamente considerata. Il preventivo non è solo una quotazione dell’offerta: il preventivo deve tener conto del carico di lavoro che l’acquisizione ordine comporta e del carico di lavoro attualmente in essere, dall’ingegneria alla produzione, alla consegna. Non solo: l’approvvigionamento materiali è attualmente critico, motivo per cui va attentamente valutato. Una preventivazione corretta, sia in costi che in tempi di fattibilità, può mettere al sicuro da eventuali claim o spese extra.

Tempo, priorità, ottimizzazione

Ogni attività, ogni progetto è strettamente dipendente dalle stime, che possono essere condotte seguendo varie metodologie, così come da approssimazioni, con, alla base, quelle che sono definite le migliori ipotesi: è evidente come ci sia sempre un margine, più o meno importante, di incertezza, che non va mai dimenticato o sottovalutato. Questo significa che ogni gestione parte da presupposti che solo parzialmente possono essere dati certi e che pertanto possono evolversi durante l’arco di tempo in cui si sviluppa una commessa: a supporto della gestione, basandosi sui flussi, esistono strumenti che permettono di programmare le attività, gestendo gli aspetti temporali del progetto.

Forse il più semplice è il diagramma di Gantt, che deve il suo nome all’ingegnere americano Henry Lawrence Gantt che lo ideò nel 1917: è uno degli strumenti più popolari e semplici per la gestione dei progetti, le cui attività, poste su un asse verticale, vengono visualizzate secondo una opportuna scala temporale orizzontale (ore, giorni, settimane, mesi…). La rappresentazione secondo Gantt è una sorta di calendario di attività che risulta utile per pianificare, coordinare e tracciare specifiche attività relative alla commessa nella sua interezza, dando una chiara rappresentazione dello stato d’avanzamento lavori. Il diagramma di Gantt non considera l’interdipendenza fra le attività e pertanto risulta una rappresentazione limitata, più qualitativa che quantitativa.

Il PERT (Program Evaluation and Review Technique), nasce negli anni ’50, sviluppato dalla marina militare americana, per gestire il programma di missili sottomarini Polaris: è un’importante tecnica di pianificazione perché riesce a facilitare i processi decisionali, riducendo sia i tempi che i costi necessari per completare un progetto. Al contrario della rappresentazione secondo il diagramma di Gantt, il PERT è utilizzato per la gestione di progetti complessi, caratterizzati da un alto grado di interdipendenza tra attività, in particolare quando alcune attività devono essere eseguite in sequenza mentre altre possono essere eseguite parallelamente ad altre attività. La rappresentazione delle attività avviene per frecce, AOA (Activity on Arrow) che collegano nodi circolari che rappresentano la durata dell’attività stessa.

Con il CPM (Critical Path Method) viene determinata la durata minima di un progetto, individuando le attività critiche che lo caratterizzano: la sequenza delle attività critiche porta alla definizione del percorso critico, la cui rappresentazione grafica è di tipo reticolare, dove vengono rappresentati i vincoli di precedenza fra le attività stesse. La rappresentazione è basata su un diagramma AON (Activity on Node), con nodi rettangolari collegati da frecce che descrivono la durata. Per quanto PERT e CPM possano sembrare simili, presentano comunque delle differenze tali per cui il PERT è preferibile in tutte quelle attività dove i tempi non sono facilmente prevedibili, con ipotesi che si basano su ragionamenti probabilistici, come è il caso di tutte le attività di ricerca.

Cultura e formazione

Potrebbe essere inutile parlare di gestione integrata della commessa, di pianificazione, della qualità se in azienda non c’è una cultura di base che renda chiaro come si stia offrendo un servizio sia a sé stessi che al cliente. Infatti una gestione oculata e attenta permette di ridurre al minimo l’affanno dovuto a preventivi mal gestiti, ritardi negli approvvigionamenti, pianificazioni errate o che, a causa di sottovalutazioni pregresse, sono in continua modifica, non fornendo quindi alcun dato certo su cui fare della seria programmazione. Per non parlare delle ricadute sulla qualità e sull’immagine.

Anche il cliente potrà trarre beneficio dal lavorare con una realtà che rispetta in toto quanto offerto, e questo rappresenta il miglior strumento di marketing che si possa adottare.

Naturalmente è importante puntare sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, che permettono di ottenere un supporto inestimabile nella gestione complessiva di una commessa, ma ancora una volta, deve essere chiaro che si sta parlando di cultura e di formazione. Software e realtà di servizi-consulenza che siano in grado di proporre un modello gestionale, adeguato alle specifiche esigenze, ci sono e sono tante, ma il vantaggio che può derivare dall’implementazione dipende, in buona misura, da quanto si è pronti culturalmente ad accettarne l’impiego quotidiano.

Il sistema MES

Con Manufacturing Execution System, MES, si intende un insieme di sistemi informativi dedicati all’ambiente di produzione, con l’obiettivo di controllarne, ottimizzandole, le attività. Il MES copre tutte le attività aziendali inerenti il prodotto e la sua produzione, occupandosi della gestione e del controllo di tutti i processi, in genere raggruppati secondo tre livelli principali: lo strategico, il tattico e l’esecutivo che riguarda la produzione effettiva.

L’obiettivo è tenere sotto controllo il mondo che gravita attorno alla realtà produttiva, ricercando e contenendo ogni forma di spreco, in modo da migliorare in maniera sistematica l’efficienza operativa.

Per questo motivo, un sistema MES che voglia governare al meglio le attività operative deve rendere disponibili in real time tutti i dati relativi all’avanzamento della produzione, consentendo la verifica della congruenza con le previsioni, e quindi l’introduzione di eventuali aggiustaggi, e/o la gestione di possibili imprevisti o emergenze. Inoltre il MES lavora sulla gestione della tracciabilità e della qualità, con l’obiettivo di ridurre i difetti, cui conseguono scarti e/o reclami, e le conseguenti perdite di immagine.

Le funzionalità offerte da un sistema MES non permettono solamente di ottimizzare l’efficienza produttiva ed il miglioramento del controllo dei costi, ma aiutano ad ottenere un sviluppo positivo anche su tutta la supply chain, con un riscontro benefico generale.

La commessa e l’IoT

L’IoT è ormai saldamente inserito nel comparto manifatturiero e sta trasformando sia i prodotti che le relative modalità di gestione della produzione e produzione, con l’obiettivo di recuperare in efficienza. Da alcuni chiamato Industrial IoT, visto l’ambito di riferimento, viene visto come una integrazione fra le macchine, la sensoristica e il software che gestisce gli algoritmi di analisi dei dati, andando così a legare tradizione, macchine e lavorazioni, con una gestione avanzata: una sorta di intelligenza artificiale che sfrutta l’elaborazione evoluta dei dati. La logica dominante fino a ieri vedeva l’uomo “dare l’intelligenza” alle macchine e ai processi, in modo da farle funzionare secondo determinati schemi, considerati ottimizzati. Questa logica viene superata dall’’IoT, che si ritiene sia in grado di “rendere intelligenti” le macchine e i processi ad esse legati, sfruttando la raccolta dati, l’analisi, l’elaborazione e l’attuazione di scelte ottimizzanti. Oggi, inoltre, l’autoapprendimento è ormai una realtà e sembra poter preludere ad in livello di efficienza fino a qualche anno fa inimmaginabile. I dati possono essere recepiti ed analizzati da qualsiasi nodo della catena che lega i partecipanti al processo produttivo, consentendo eventualmente rimodulazioni che portino ad un incremento in termini di efficienza, ottimizzando tutta la catena, dagli approvvigionamenti alla gestione logistica.

Il mondo dell’Industrial IoT continua a presentare trend di crescita interessanti, grazie anche alla costante evoluzione tecnologica: continuano a presentarsi nuovi ambiti di applicazione, con nuove sfide da vincere.

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