Una decisione critica: PFAS e cromatura

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Un gruppo di paesi europei ha presentato una proposta di restrizione all’uso dei PFAS, che, se approvata, li metterà al bando trascorsi 18 mesi dall’entrata in vigore.

La situazione

Il 13 gennaio 2023, Germania, Danimarca, Olanda, Norvegia e Svezia hanno sottoposto all’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) una ben documentata e articolata proposta di restrizione (Allegato XV del REACH) all’uso dei PFAS. La proposta prevede molto semplicemente il divieto di produzione, commercializzazione e utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, comunemente note come PFAS. La proposta considera due scenari. Il primo prevede il divieto assoluto di produzione, commercializzazione e utilizzo dei PFAS trascorsi 18 mesi dalla data di entrata in vigore della restrizione. Il secondo scenario prevede lo stesso divieto, ma concede alcune deroghe per un tempo limitato di 5 o 12 anni. La possibilità di deroga per determinati usi deriva solo dal fatto che i promotori della restrizione non hanno potuto raccogliere sufficienti informazioni riguardo all’impatto socioeconomico e alla disponibilità di alternative per tali usi. L’utilizzo dei PFAS nella cromatura come antifumo è uno degli usi che potrebbero beneficiare di una deroga di 5 anni.

In ottemperanza alle previsioni del REACH in materia di restrizione (Art. 69(6)) e per supplire alla mancanza di informazioni su alcuni impieghi dei PFAS, tra i quali anche l’impiego nella cromatura, il 22 marzo 2023 l’ECHA ha lanciato una pubblica consultazione invitando tutte le parti interessate a dare il proprio contributo. La consultazione si concluderà entro la fine di settembre.

Solo se le informazioni raccolte grazie alla consultazione saranno sufficienti e convincenti, la cromatura potrà vedersi riconosciuta una deroga di 5 anni altrimenti sarà giocoforza rinunciare agli antifumo a base di PFAS.

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