RemaNet, un nuovo orizzonte nella manifattura

Maria Luisa Doldi

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Un nuovo progetto europeo per creare una filiera del remanufacturing: RemaNet un programma molto ampio che vede il coinvolgimento di 24 partner di nazioni diverse. L’Italia partecipa a questo progetto in maniera importante con diversi attori.

Remanufacturing significa recuperare e ricondizionare macchine e/o componenti non ancora giunti al “fine vita” che, tramite una revisione, un ricambio di parti o un aggiornamento, possono essere ulteriormente usati.

I programmi di remanufacturing aumentano la durata delle attrezzature, le riportano sul mercato con funzionalità talora migliorate rispetto al prodotto originale e forniscono ai clienti aggiornamenti dei prodotti, in genere a una frazione del costo di acquisto di una nuova macchina.

Il riutilizzo dei componenti aiuta a recuperare i materiali e l’energia in modo più efficiente.

Un livello superiore di economia circolare

Con il remanufacturing si aggiunge una nuova frontiera prima del riciclo, non mandando al “fine vita” qualcosa che al fine vita ancora non è giunto o non vi è giunto in tutte le sue parti.

Remanufacturing significa, di fatto, mantenere l’utilità dei prodotti e dei componenti ed è un passo essenziale per raggiungere la piena circolarità industriale senza implicare il deterioramento del prodotto.

Ciò richiede sia tecnologie di rigenerazione a livello di fabbrica, sia la loro integrazione nelle catene del valore circolari, compresa la razionalizzazione dei dati a supporto della rigenerazione.

Un punto, questo, non indifferente perché nella creazione della supply chain, quindi anche del fare incontrare domanda e offerta, risiede uno dei “segreti” del successo delle pratiche di remanufacturing.

E fare incontrare domanda e offerta è proprio uno degli obiettivi del nuovissimo progetto europeo RemaNet, finanziato nell’ambito del programma Horizon e dove l’Italia è capofila. In dialogo con il prof. Paolo Albertelli, docente presso il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano e membro del comitato tecnico-scientifico del Consorzio MUSP (Macchine Utensili e Sistemi di Produzione).

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Per affermare il Remanufacturing bisogna introdurre concetti di produzione flessibile, macchinari avanzati, meccatronica intelligente, macchine interattive e collaborative, robot e sistemi che consentano un funzionamento e una riconfigurazione efficienti della fabbrica; nuove tecnologie di produzione come la stampa 3D.

RemaNet: creare un network per il remanufacturing

RemaNet è un progetto molto ampio e vede il coinvolgimento di 24 partner di nazioni diverse. L’Italia partecipa a questo progetto in maniera importante con diversi attori: il Politecnico di Milano come capofila del progetto, il Consorzio MUSP, le aziende MCM, SPIN applicazioni elettromagnetiche, BLM, HOLONIX, Extra Red.

Quale è l’obiettivo principale del progetto? Spiega Albertelli: «Il progetto mira a sviluppare approcci di remanufacturing all’avanguardia (design, tecnologie, casi aziendali) e la loro integrazione nelle catene del valore. Le PMI italiane che partecipano al progetto si occupano di manifattura per il settore tubiero e per i motori elettrici, ma il remanufacturing coinvolge potenzialmente tutti i settori dell’industria».

RemaNet: manifattura e digitale si incontrano

Il progetto si compone sia di una parte meccanica che di una parte digitale. «È proprio questa la sua novità – afferma Albertelli – il progetto considera entrambi gli aspetti mentre progetti precedenti relativi al remanufacturing si sono focalizzati maggiormente sulla value chain e sugli aspetti digitali».

Concretamente cosa significa questo? «Significa che da una parte il progetto si occuperà di introdurre concetti di produzione flessibile, macchinari avanzati, meccatronica intelligente, macchine interattive e collaborative, robot e sistemi che consentano un funzionamento e una riconfigurazione efficienti della fabbrica, nuove tecnologie di produzione come la stampa 3D. Mentre dall’altra parte svilupperà anche una piattaforma digitale in grado di fare combaciare domanda e offerta, sia in termini di componenti da rigenerare sia di competenze. Molto spesso, infatti, la rigenerazione di macchine o componenti non può avvenire perché la domanda non incontra l’offerta, perché le aziende non sono strutturate per fare combaciare le due cose, perché i pezzi da rigenerare non arrivano nel posto giusto».

«Il progetto si occuperà di Introdurre concetti di produzione flessibile, macchinari avanzati, meccatronica intelligente, macchine interattive e collaborative, robot e sistemi che consentano un funzionamento e una riconfigurazione efficienti della fabbrica; nuove tecnologie di produzione come la stampa 3D. D’altra parte svilupperà anche una piattaforma digitale in grado di fare combaciare domanda e offerta» Paolo Albertelli, Dip. Meccanica - Politecnico di Milano, membro del comitato tecnico-scientifico del Consorzio MUSP

Creare una supply chain

Per affermare il remanufacturing non basta, infatti, il know-how tecnico ma occorre la creazione di una filiera del valore, di una logistica che permetta di fare arrivare i pezzi da rigenerare al posto giusto e nelle mani giuste.

Di questo appunto si vuole occupare la piattaforma la cui realizzazione è parte del progetto RemaNet: gestire le operazioni di remanufacturing mettendo a disposizione tool per poterne abilitare le azioni. Non solo.

«Molto spesso il remanufacturing richiede la produzione di lotti bassi, di componenti che sono pezzi unici, ciascuno con le proprie caratteristiche e non tutte le aziende sono strutturate per poter fare fronte a una produzione simile. Occorre una certa flessibilità che non tutte possiedono. Anche in questo senso è una sfida fare incontrare domanda e offerta e la digitalizzazione con la creazione di una piattaforma potrebbe facilitare molto trovare una risposta a queste richieste molto particolari, in modo da poter considerare la fattibilità operativa ed economica e l’impatto ambientale dell’approccio proposto.»

Il Consorzio MUSP
Il consorzio MUSP scaturisce dalla volontà di rafforzare una vocazione per la meccanica strumentale. Nasce nel territorio di Piacenza, con il supporto finanziario della Fondazione di Piacenza e Vigevano e della Regione Emilia-Romagna (Macchine Utensili e Sistemi di Produzione) e ha sede presso il Tecnopolo di Piacenza.

Il suo obiettivo è:

• Fornire un supporto alle aziende del territorio e, in prospettiva, del panorama nazionale delle macchine utensili, nello sviluppo di soluzioni innovative che favoriscano la competitività nel contesto internazionale. • Ampliare le collaborazioni tra Università e Aziende del comparto meccanico e la nascita di attività di ricerca localizzate nel territorio.

• Supportare la didattica e la qualificazione degli studi in Ingegneria Meccanica presso la Sede di Piacenza del Politecnico.

Per maggiori informazioni: MUSP

Non solo macchine e tecnologie

Una delle condizioni affinché i progetti sul remanufacturing vengano sostenuti dai programmi europei è che essi integrino un approccio umano-centrico. In altri termini deve venire inclusa una strategia per lo sviluppo delle competenze, con l’aumento delle tecnologie e delle competenze per rafforzare le capacità della forza lavoro europea.

Infine, non bisogna dimenticare gli standard: «Nella rigenerazione di una qualunque macchina o componente, gli standard internazionali pertinenti devono essere rispettati. È necessario che quanto viene mandato sul mercato rigenerato, rispetti gli standard del momento. Questo significa che i componenti vengono spesso dotati di una sensoristica che originariamente non avevano e questo permette eventualmente anche di monitorarli a distanza con strumenti di prognostica predittiva; permette, cioè, di fare entrare nel mondo 4.0 componenti che originariamente 4.0 non erano. In questo senso, il remanufacturing è una occasione per ammodernare e rendere più efficiente. Inoltre, la ricerca deve basarsi su standard esistenti o contribuire alla futura standardizzazione delle tecnologie pertinenti».

La carta d’identità di RemaNet

Call: Horizon-CL4-2023-Twin-Transition-01 (Twin green and Digital Transition 2023)

Proposal Number: 101138627

Budget di progetto: 8.178.210.00 €

Partner italiani: Politecnico di Milano (capofila), Consorzio MUSP, MCM, SPIN applicazioni elettromagnetiche, BLM, HOLONIX, Extrared

Durata: 3 anni

Come si pone la manifattura italiana rispetto al remanufacturing? «In generale, è chiaro per tutti che il remanufacturing è una strada da percorrere, una strada virtuosa perché permette un recupero di materie e un risparmio di energia oltre alla possibilità di utilizzare competenze e conoscenze manifatturiere preziose. Ma vi è ancora un certo pregiudizio nei confronti del prodotto rigenerato e questo pregiudizio può essere eliminato solo dimostrando che il prodotto rigenerato è performante come il nuovo. La manifattura ormai possiede tecniche che davvero permettono di ottenere risultati di tutto rispetto nella rigenerazione. Credo che sia una grande opportunità per fare valere il know-how manifatturiero italiano, aprendogli nuove vie di impiego.»

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