Totem Hi-Tech, come vengono realizzati?

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Negli aeroporti, nelle grandi stazioni ferroviarie e metropolitane, nei centri commerciali, ma anche nei centri cittadini di tutto il mondo sono sempre più diffusi monitor, pannelli e totem multimediali che trasmettono ininterrottamente messaggi pubblicitari e informativi. Per raccontare come vengono fabbricati abbiamo visitato Imecon Engineering, azienda cremonese specializzata nella produzione di totem Hi Tech per la cui realizzazione è fondamentale il contributo delle macchine Salvagnini.

Totem Hi Tech per il digital signage

Si tratta del digital signage, la nuova frontiera e l’evoluzione della comunicazione digitale. Ambito nel quale opera da una decina d’anni anche Imecon Engineering di Fiesco (CR), attraverso la produzione di oggetti multimediali. Non semplici schermi ma gioielli tecnologici progettati e sviluppati su misura per resistere alle più estreme variazioni ambientali ed essere visibili con tutte le condizioni di luce.

Fondatori dell’azienda sono Fabio e Alessio Vairani, rispettivamente amministratore delegato e direttore tecnico.
«Abbiamo iniziato la nostra attività nel 2008 – precisa Alessio Vairani – come system integrator, curando direttamente la progettazione e lo sviluppo software, ma avvalendoci di partner esterni per la parte produttiva. Fino a quando abbiamo deciso di iniziare a “internalizzare” alcune lavorazioni. Abbiamo creato dapprima un reparto per la lavorazione dell’alluminio a partire dal materiale estruso con macchine cnc a 5 assi, per poi proseguire con l’integrazione di un reparto di vetreria in grado di gestire l’intero processo dalla grande lastra al vetro finito, completo di serigrafia. Ultimo step, conclusosi lo scorso anno, è stato quello di portare al nostro interno anche l’intero processo di lavorazione delle carpenterie metalliche».

Componente tagliato al laser e piegato con l’ausilio di una pannellatrice Salvagnini.

Una scelta importante e altrettanto decisiva per ottimizzare l’intero iter di sviluppo di prodotto, e che ha visto nel Gruppo Salvagnini, costruttore di macchine e sistemi flessibili per la lavorazione della lamiera, il partner ideale.

Dal foglio di lamiera al componente tagliato e piegato

«Perché Salvagnini? Dopo aver vagliato attentamente l’ampia offerta di mercato – continua Vairani – ci siamo resi conto della validità della proposta di Salvagnini, capace di coprire a 360 gradi tutte le nostre esigenze, fornendo l’intero processo: dal taglio laser alla piegatura, alla pannellatura. Ciò significa un solo interlocutore che ci potesse seguire verticalmente in tutta la fase di sviluppo della carpenteria».

L3 da 3 kw con magazzino verticale LTWS
La macchina L3 per il taglio laser 2D asservita dal magazzino verticale monotorre LTWS

Stiamo parlando di una fornitura completa composta da un magazzino verticale monotorre LTWS con un’autonomia di 15 vassoi, completa di automazione di carico-scarico lamiera per la macchina laser a fibra L3 da 3 kW e con un convogliatore a nastro dove possono essere immediatamente rese disponibili per i processi a valle le lastre appena tagliate. Il tutto integrato all’interno di una FlexCell, una cella di piegatura flessibile, in grado di unire e combinare le caratteristiche di una pannellatrice modello P4L-2516 e di una pressopiega B3 100/3000. Tecnologie di produzione che si sono inserite in un’organizzazione strutturata, flessibile, suddivisa in 5 reparti che portano alla realizzazione di tutto il prodotto.

pannellatrice
Pannellatrice Salvagnini P4L-2516.

«Prodotto – precisa Vairani – che in base alla sua conformazione, oltre alla parte elettronica e di software, è essenzialmente composto da un vetro protettivo, da numerosi particolari di alluminio e da altrettanti di carpenteria».
Grazie all’allestimento predisposto da Salvagnini oggi Imecon Engineering riesce a processare in modo automatico e senza manipolazioni intermedie la quasi la totalità dei componenti in lamiera. L’integrazione delle macchine è iniziata lo scorso novembre e oggi, ormai a regime, impiegata con piena soddisfazione dall’azienda.
«Impianti performanti – conferma Vairani – veramente ben impostati e adeguatamente programmati che ci permettono di dominare anche questa fase di costruzione senza particolari conoscenze ed esperienza pregressa alle spalle. Fondamentale è stato a questo riguardo il supporto tecnico fornito da Salvagnini per accompagnarci in questo percorso che ci vedeva, in questo campo, privi di competenze dirette. Passo ulteriore che stiamo ultimando è l’integrazione della produzione lamiera con il nostro sistema gestionale, in piena ottica 4.0».

Leggi l’articolo completo sul numero di Ottobre 2018 di LAMIERA

 

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