Cambiare rotta, ma senza strambare

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stampante 3dAlla mia gatta non sfugge niente, ma non si lascia mai sconvolgere; può sembrare indifferenza, ma credo sia solo una grande saggezza. Un gatto sta bene da solo, è soddisfatto di se stesso, eppure ama intensamente le carezze, ma soprattutto non ha paura di chiederle, venendo a strusciarsi fra le gambe. È l’equilibrio perfetto tra curiosità e tranquillità, tra solitudine e compagnia, tra dignità e sottomissione, tra generosità ed egoismo, un egoismo mascherato da affetto oppure è affetto mascherato da egoismo. Lei non ama il cambiamento, ma si adatta a esso; quando la devo portare con me in vacanza, lo intuisce subito e si nasconde sotto il letto, ma poi alla fine cede, accetta la novità e con gran classe sfrutta ogni nuovo posto per ricavarne comodità. Il punto è che nella vita e nel lavoro l’assenza di cambiamento a lungo andare intorpidisce, impolvera l’animo come quei soprammobili dimenticati sui ripiani. L’industria dà una mano al cambiamento, aiuta a eliminare ciò che non serve, ma spesso anche ciò che serve e non è più remunerativo. Contate quante professioni ha ingoiato il progresso tecnologico, come una forza invisibile, che fa deviare la nostra «galassia operativa» e crea grattacapi alle imprese e ai lavoratori. Quando sento parlare di stampa 3D, per esempio, mi sorge il dubbio che essa rivoluzionerà il mestiere di operaio addetto alle macchine utensili, se non addirittura farlo sparire. Per carità, ciò che abbiamo visto finora non è oggetto di preoccupazione, ma i suoi effetti a medio-lungo termine potrebbero spingere a rivedere la funzione dell’officina come subfornitore.

Fare truciolo non è come fumare una sigaretta: smettere di fumare fa bene, smettere di fare truciolo perché certi oggetti si possono fabbricare da soli a casa potrebbe provocare qualche disturbo. Questa ipotesi è in un certo senso lo specchio dell’evoluzione tecnologica… ovvero chi si ferma di fronte al cambiamento è perduto. Un approccio stravagante, lo ammetto, ma non per mettere in burla il tornitore con i baffi, bensì per dirgli che il suo ruolo – come quello di altri mestieri – sta cambiando; che l’evoluzione tecnologica sta costruendo un altro mondo produttivo. Magari, il tornitore con i baffi del futuro dovrà progettare l’oggetto, eseguire i prototipi con la stampa 3D, effettuare prove e poi mettere l’oggetto stesso in produzione di grande serie e quindi fare truciolo. Magari, l’officina dovrà lavorare 24 ore al giorno, perché con i mezzi oggi a disposizione si può esibire un valore aggiunto più disponibile. Infine, ma decisamente importante, il cambiamento va percepito come uno strumento appartenente alla sfera delle relazioni fra clienti e fornitori, come una sorta di estensione protesica della professionalità, come una terza mano per andare avanti, con dignità, come fa la mia gatta. Esistono individui inclini al cambiamento, altri un po’ meno; i primi lo cercano perché sognano una linea di progresso e l’evoluzione fa parte del loro istinto, perché non amano trovarsi in una situazione stazionaria. Sono gli entusiasti, che amano divulgare gli aspetti positivi che le rivoluzioni industriali, o la rivoluzione del momento, introducono e spingono affinché il resto delle persone le accettino. Come dire: non esiste un vero progresso finché i benefici di una nuova tecnologia non sono percepiti da tutti. Ai conservatori accaniti vorrei dire: non sempre cambiare vuol dire migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare.

di Enzo Guaglione

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