Formati per formare nel settore della lamiera

Roberto Carminati

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Per accorciare finalmente la distanza che fra loro si è creata, industria e scuola devono trovare un linguaggio comune e anzi in primis iniziare o ricominciare a dialogare, nel segno di quella auspicata alleanza pubblico-privato concretizzatasi in più casi con il supporto dell’Accademia della Piegatura.

Sulla necessità di dare maggiore respiro alle partnership fra settore pubblico e impresa privata in vista di una formazione più coerente rispetto alle necessità del mondo del lavoro sono tornati a più riprese e in tempi recenti anche i vertici di Confindustria. Ma se questi hanno fatto riferimento alle sperimentazioni in essere o in fieri per la riforma dell’ordinamento scolastico che interessano gli indirizzi tecnico-professionali, altrove il cambio di passo ha già avuto luogo con modalità differenti.

Ne danno un esempio le esperienze riportate nelle pagine che seguono ove a far da tramite fra la didattica e l’industria è stata una realtà formativa sui generis quale è l’Accademia della Piegatura. La validità dei percorsi che essa propone nell’ambito della lavorazione della lamiera è stata riconosciuta da un lato dalle imprese più sensibili al tema del training e dall’altro da scuole consce delle lacune che inevitabilmente e incolpevolmente la loro proposta, fra aula e laboratori, presenta.

Il risultato è esattamente quello desiderato e vagheggiato da più parti: un accrescimento del fascino discreto della metalmeccanica presso i più giovani e i meglio disposti, fra loro, a mettersi in gioco.

Un’opportunità di crescita per studenti e docenti

L’Istituto Umberto Masotto di Noventa Vicentina è un tipico Istituto di Istruzione Superiore nel quale trovano spazio sia gli indirizzi tecnico-professionali sia quelli più specificamente tecnologici e i licei, per un bacino di utenza da quasi 1500 studenti in totale. In questo contesto, in virtù della collaborazione con l’Accademia della Piegatura di Verona e in particolare col suo responsabile Emiliano Corrieri, ha preso forma un progetto di formazione coordinato dal professor Massimo Loiacono.

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Massimo Loiacono, professore Istituto Umberto Masotto di Noventa Vicentina (VI)

Finanziato – come si avrà modo di vedere fra breve – da Elmec Group, che interessa per il momento i 23 iscritti a una classe quarta e ha una durata complessiva di 64 ore. Le attività formative sono articolate in due incontri al mese, da novembre a maggio, per quattro ore equamente suddivise fra formazione teorica e laboratoriale.

«L’iniziativa», ha detto Loiacono, «è un frutto dell’interazione fra la scuola e il territorio, è nata anche grazie alla disponibilità e alla sensibilità di Elmec per i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) e altre attività progettuali portate avanti nel nostro Istituto. L’idea è quella di implementare le conoscenze dei ragazzi e potenziarle ospitandoli in spazi – laboratorio dedicati e attrezzati di tutto punto con tecnologie all’avanguardia per potenziare ed implementare competenze professionalizzanti».

Quelle che un’impresa partner può garantire sono «nozioni che una scuola» – benché il Masotto sia il secondo per dimensioni nella provincia di Vicenza – «non riesce a offrire e che sono invece molto richieste dall’industria del territorio di riferimento e non solo».

La classe di Loiacono fa da autentica apripista per l’esperimento i cui beneficiari sono sia gli alunni sia i docenti, che in corso d’opera possono a loro volta accrescere le skills individuali e incamerarne di nuove. «Acquisiamo nuove conoscenze», ha proseguito Massimo Loiacono, «sia dal punto di vista teorico sia sotto l’aspetto pratico, a contatto come siamo con le moderne presso-piegatrici in reparto.

Il corso si presenta infatti suddiviso in due fasi: nella prima si parla di progettazione, di caratteristiche dei materiali e di argomenti come la sicurezza, in termini di rischi professionali e dei comportamenti da adottare per evitarli: tematiche certo di non minore rilievo.

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Nella seconda parte, che si svolge presso l’azienda e negli orari pomeridiani, si passa quindi alla sperimentazione e alle parti di natura più propriamente operativa, cioè sui macchinari».

Percorso integrato

Il programma fa a pieno titolo parte del Piano di offerta formativa o PTOF della scuola e Loiacono ne è il referente per la classe della quale segue in prima persona il lavoro in base a chiara delibera del Collegio dei Docenti. Il professore è ben consapevole che, oltre al Masotto ed Elmec, oltre all’Accademia della Piegatura, c’è un mondo in attesa di nuove professionalità. «Quel che stiamo facendo», ha osservato, «rappresenta un momento di avvicinamento al panorama del lavoro e di orientamento.

L’operato dei discenti viene valutato tramite schede di verifica apposite, così da avere un’idea dell’interesse suscitato in vista di altre esperienze a venire. E soprattutto le ore di laboratorio stanno godendo di ottimi riscontri.

Elmec Group è una pioniera – dopo che altri contatti del passato, con altre società, non erano andati a buon fine – ma numerose sono le realtà imprenditoriali che fanno i conti con lo stesso bisogno di manodopera e potrebbero finire con l’assumere qualcuno dei nostri ragazzi.

Guardiamo già al prossimo anno quando dovrebbero cominciare le undici settimane dell’apprendistato di primo livello: oggi una classe quinta è impegnata per tre giorni la settimana in azienda in attesa dell’alternanza, a maggio».

La visione è a tutto tondo, nella consapevolezza che, se il business ha bisogno delle scuole, queste ultime necessitano di spazi laboratoriali e tecnologie. «Cerchiamo di adottare», ha concluso l’intervistato, «un approccio che abbracci i materiali innovativi e la relativa ricerca con argomenti di ordine gestionale e amministrativo; con la linguistica, la matematica, l’attenzione alle normative di safety.

Senza dimenticare neppure lo studio della lingua italiana, che rimane fondamentale nel momento in cui si debbono redigere le relazioni tecniche».

Così il futuro prende una bella piega

Per quanto la robotica e l’automazione siano destinate ad acquisire un peso e un’importanza crescenti all’interno delle aziende della meccanica, le competenze dell’uomo continueranno a essere decisive affinché le nuove tecnologie possano funzionare (e produrre) al meglio.

È questa la convinzione del CEO di Elmec Group Federico Marcante. Parte della holding X Dieci – si legge Per Dieci – la società di Poiana Maggiore presso Vicenza è a oggi la sola finanziatrice del piano formativo coordinato per l’Istituto Masotto dal professor Massimo Loiacono.

Federico Marcante, CEO di Elmec Group di Pojana Maggiore (VI)

Lo sforzo profuso nell’iniziativa è però diretta derivazione della filosofia che permea l’intero gruppo. «X Dieci», ha detto Marcante a Lamiera, «realizza e propone da sempre attraverso una sua Academy interna cicli di corsi su temi dei più svariati – dall’informatica alle lingue straniere – per dipendenti e scuole.

E gestisce naturalmente percorsi di training indirizzati a bisogni specifici come appunto la piegatura». Tre sono le società del gruppo sul territorio del Basso vicentino: oltre a Elmec, specializzata nella lavorazione di laminati, vi agiscono la carpenteria Carpe Lab e Mobilfer. Data la vicinanza al Masotto quest’ultima è stata scelta come sede per le prove pratiche assegnate agli studenti.

«Ma ognuna di loro», è l’opinione del titolare, «potrebbe attingere dal bacino dell’istituto e aggiungere altri cervelli e braccia a una forza lavoro che consta di 130 addetti nelle sole tre imprese citate, pari a circa la metà di quelli dell’intera holding. Il programma ha iniziato a prendere forma nel 2022 grazie al confronto con il professor Loiacono.

L’obiettivo è attrarre i ragazzi facendo loro capire che nella lamiera ci sono un avvenire e tante opportunità; ed essere così di esempio per altre aziende.

Dobbiamo andare incontro ai millennial parlando il loro stesso linguaggio e cercando di interpretare e soddisfare le loro aspettative. La richiesta di personale è forte e tale resterà in futuro, nonostante la presenza sempre più fitta dei robot: per affiancarli e guidarli servono solide conoscenze di base. L’auspicio è coinvolgere un fornitore di macchine utensili per un focus sul taglio e la robotica».

Quello in corso con l’Istituto Masotto è d’altra parte solo un primo atto. «Vorremmo collaborare con altre scuole», ha anticipato Marcante, «toccando anche tematiche quali la saldatura, per esempio. E per il 2024 sono in programma dei corsi in house sulla lavorazione dei metalli a 360 gradi.

Alla Academy il gruppo riserva tradizionalmente una parte importante dei budget e formare le funzioni-chiave è altamente strategico, specie adesso che X Dieci punta a concludere ulteriori acquisizioni».

Il canto delle lamiere
Il sogno nel cassetto del reggiano Samuele Benassi, 28 anni e un impiego presso la carpenteria Impero di Castellarano, era vivere di musica e possibilmente di canto jazz. Allo scopo ha ottenuto un diploma triennale al Conservatorio e la passione resta forte anche ora che la sua vita ha preso una diversa piega, in vari sensi. «Ho frequentato il liceo scientifico-tecnologico sino alla maturità», ha detto a Lamiera, «e mi sono fatto le ossa lavorando nei settori termoidraulico e della meccanica generale. Mi interessava però conoscere e utilizzare macchine a controllo numerico: richiedono più impegno, ma danno più risultati. È stato allora che mi sono imbattuto nell’iniziativa congiunta di Adecco e Accademia della Piegatura: le referenze erano ottime e sono state confermate dai fatti».

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Samuele Benassi

Con una battuta, si potrebbe dire che il jazzista deve ora il suo pane al metal. E non ha intenzione di cambiare il suo sound. «Ho seguito altri corsi off e online, per esempio sul disegno tecnico», ha detto, «e in azienda ho avuto la possibilità di lavorare, per vari motivi, anche su trapani e filettature, o ancora come aiuto su un laser-tubo lungo quanto l’intero capannone. La piegatura, che richiede anni di esperienza per essere padroneggiata a dovere, resta però al primo posto fra i miei interessi, benché CAD e ufficio tecnico, sempre nell’ambito della lamiera, siano a loro volta affascinanti». Inoltre, la lavorazione delle lamiere sembra essere un approdo sicuro per chi sia in cerca di occupazione e sia disposto a impegnarsi seriamente. «Le mani», ha detto Samuele Benassi, «non si trovano o non sono mai sufficienti o sufficientemente esperte. Ma se si ha voglia di fare, le opportunità non mancano, specialmente in quest’area e in questa regione. Le macchine automatiche vogliono operatori preparati e io non voglio certamente fermarmi: voglio anzi continuare a crescere attraverso la formazione e non sono molti a fare una scelta analoga; in tanti preferiscono invece proseguire con studi d’ingegneria».

Un umanista in fabbrica
Il cammino che ha condotto Ibrahim Ghali, 22 anni, a trovare un posto presso un’officina della provincia veronese è quanto mai articolato. Parte dall’Algeria dove il giovane piegatore ha seguito studi umanistici al Liceo e prosegue in Francia, ove ha risieduto per due anni prima di arrivare in Italia e apprendere la lingua ottimamente, da autodidatta. Non sono solo di ordine linguistico le conoscenze acquisite nel Paese. «Del progetto di Adecco e Accademia della Piegatura mi hanno parlato alcuni amici italiani», ha detto Ghali, «e ho deciso di impegnarmici sia per passione e curiosità sia perché sapevo che quella del piegatore è una mansione ricercata.

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Ibrahim Ghali

Ho così ottenuto delle buone basi dalle quali partire e da semplice operaio sono diventato operaio specializzato. Da due anni sono impiegato presso Piccoli e delle maestranze sono il più giovane. All’occorrenza posso occuparmi di taglio laser e saldatura e soprattutto l’uso del laser può rappresentare un’opportunità. Che la domanda di piegatori sia forte, lo sanno un po’ tutti: se in pochi scelgono la professione è perché è abbastanza impegnativa, specialmente con il passare del tempo. È un lavoro complicato e duro e per questo anche all’interno delle imprese è difficile trovare figure che lo sappiano svolgere al meglio».

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